Ricordi
di
Ernesto Flisi
Ricordo
unŽaia
in
un assolato meriggio
di
abbacinante luce
e
festosi bimbi
a
rimescolar, disteso,
il
granturco a seccare.
Ricordo
un argine
in
un nebbioso giorno
di
tardo autunno
e
due intabarrate figure,
su
cigolanti biciclette,
verso
lŽosteria in golena.
Ricordo
un paese
in
una gelida sera
di
fioche luci
ravvivata
dal biancor della neve
e
alzarsi, lenta, una melodia
di
natalizia zampogna.
Ricordo
un portico
in
una tiepida notte
di
luna piena,
da
sbarlumare i volti
di
persone in cerchio
a
parlar di vita.
Ricordo
un canto
di
notturni carrettieri,
a
guidar possenti cavalli
con
tintinnanti finimenti,
allontanarsi
allŽincerto lume
di
una penzolante lanterna.
Ricordi,
rumori,
profumi,
visioni,
fantasie,
illusioni,
sogni
persi
per sempre nel tempo
che
indietro più non torna.
E
mi balza agli occhi
il
vivace sorriso
di
unŽirrequieta scolaresca allineata,
in
una nera divisa,
sulle
scale di una scuola,
in
unŽistantanea in bianco e nero.
...e
mi par ieri.
Da Sulle
rive dei fossi (Edito
in proprio, 2022)