Il
bergamotto sul treno
di
Aurelio Zucchi
Dal
finestrino dŽodiato treno
rividi
a lungo il mio pacato mare
e
assieme a lui le molte tante cose
che
mi portavo intanto nel futuro.
Bei
ricordi sarebbero poi stati
il
gran ventaglio dei colori vivi,
i
forti azzurri del frizzante Stretto,
il
verde di quegli anni benedetti,
i
primi rossi delle labbra al bacio,
il
bianco delle mille schiume a riva,
il
viola dŽuna costa benedetta,
il
cielo che non mŽavrebbe visto uomo.
Naso
sul vetro, guardai le colline
che
ancor da Reggio non ero io uscito.
Scrutai
i limoneti che rimpiango
e
di tramonto dŽaranceti mi bagnai.
Quante
emozioni conteneva il cuore?
Maggior
fortuna volle accarezzarmi
quando
in valigia vidi il bergamotto,
perfetto
per color, forma ed essenza.
Quel
giallo intenso ricordò unŽalba,
forse
la stessa che mŽaspetto sempre.
Dentro
il rovente e triste Espresso del 70
pensai
al primo mio romano inverno.
Le
foglie lucide del bergamotto
non
si staccarono per mesi e mesi
così
come per anni, anni ed anni
non
son cadute le mie nostalgie...