Via
dŽAmelio
di
Tiziana Monari
a
Paolo Borsellino
Lontano
lo sciabordio dellŽonda sulla rena
un
cielo di piombo ed un suono dal mare
come
dŽazzurro
qui
lŽonda celeste di un vinile
sale
dentro nuvole di polvere
mia
madre piegata su un fianco
le
gambe raccolte sul divano
beve
a sorsi brevi
accogliendo
nel pensiero frammenti di volti
la
voce che risuona lenta nella cucina
colta
nel nudo della sua vita
e
fuori, come una foto di una stessa paura
uno
strappo di motore, il tuono sommesso del tempo
unico
punto di colore
il
lampo che avvolge lo scricchiolio del mondo
e
noi come passeri in attesa sul filo che la luce si spenga.
Il
vento faceva dondolare i rami del cedro
il
nostro lungo andare verso la morte
lŽape
baciava labbra secche di polvere
tra
i denti specchi di favole e piume di neve
uomini
piccoli e senzŽombra
riaffioravano
dal torpore
ed
io naufrago, continuavo a camminare in reliquie di pioggia
saldo
nelle gambe.
Controvento.