Matricola
75190
di
Tiziana Monari
a
Liliana Segre
E
lo ricordo lŽostinato vento dellŽinverno
il
corpo che tremava senza pudore
lŽaria
affamata, i gesti blasfemi
gli
occhi appesantiti da una furia cieca
ero
solo una bambina
la
bellezza annegata in occhi senza pupille
e
camminavo nel sentiero della terra dei defunti
dove
uomini e donne cadevamo come mosche nella neve
un
esercito immenso disegnato senza confini
la
mano del tempo che ne raccoglieva i resti
non
cŽera il seme di grano nellŽazzurro infinito
lŽodore
di rosmarino e ginestre
le
foglie gialle degli ippocastani
lŽodore
dei capelli che si rifletteva sopra il viso
solo
giorni sdraiati sul dorso
lŽodio
pesante come la mano scintillante delle stelle
la
pioggia che mi cadeva dentro
e
fuori giganti assurdi e abbietti
cacciatori
che mordevano la carne
onde
fredde che risucchiavano la vita
ed
io ero il loro letto ed il loro pane
la
loro Gerusalemme
avrei
voluto stare attaccata alle gonne di mia madre
ma
nel sogno sentivo solo i rintocchi delle campane
il
loro suono stridulo
che
non dava nessuna assoluzione
nessun
perdono.