BALLATA DELL'AMORE E
DELLA MORTE
di
Fabrizio Manini
Ho ucciso un bambino
all'ombra di croci
in questo
cammino
gridare di voci,
cerco l'oblio
dell'alito
nero
e invoco
il mio
destino e spero,
signora la morte
schiava e
padrona
conquista la sorte
che il tempo
perdona,
crudele la notte
d'attesa
vestita
mi odia e
mi fotte
il senso di
vita,
demonio lascivo
la carne
tortura
d'amor così
schivo
disprezzo paura,
ti amo
danzare
nei vicoli
scuri
di rabbia
gridare
graffiata sui
muri,
puttana regale
allarga qualcosa
e fai
stare male
il giorno
che osa,
nasconde il mio
dio
un'orgia mi
dona
cela il desio
distenditi prona,
voglio la carne
di brama mantata
ora so cosa
farne
regina
spietata,
odore di pelle
ti amo
frescura
bellezza ribelle
essenza più
pura,
leccare gli
umori
il turgido
seno
suggere fuori
conoscenza e
veleno,
baciarti la bocca
a labbra
di seta
salvezza mi tocca
in morte
discreta,
il tuo
corpo pretendo
il mio tu
conquisti
uniti vivendo
morendo io
assisti,
conficca gli
artigli
nella carne
cadente
a tuo
figlio bisbigli
nel mondo di
niente,
squarcia il suo
petto
divora il suo
cuore
brinda
l'affetto
donagli amore,
il mio
corpo distrugge
l'anima
venduta
il mio
sangue rifugge
amara cicuta,
le urla
silenti
l'odio
sovrano
digrignano i denti
accolgono piano,
schiere di senza
déi o
invocati
mantello di
scienza
fa mille
soldati,
nulla di fine
niente d'inizio
comanda la morte
illuminato
giudizio.
(Da Ballate di vita, di morte e d'amore – Edizioni Il Foglio, 2002)
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