Nevica
di Livia Corradi
Si, sono sempre io,
il naso schiacciato
su vetri appannati,
pupille accese a contare
ogni fiocco a cadere
su rose tardive
rivestite di ghiaccio.
S'allarga il mantello
su mani di abeti, tese
in un unico abbraccio
a trattenere il sogno.
Saltella il pettirosso
fra i bianchi cristalli,
si unisce timido e solo
al ritmo lento di danza.
La magia non spegne la notte
vestita di seta a pois
accende provocante e sinuosa
i lampioni alle sue trasparenze.
Nevica,
nevica sulle ultime note di un rigo
un solfeggio leggero a finire.
E' mattina e non nevica pił.
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