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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Nel latte della madre, di Filippo Tuena 23/01/2009
 

Nel latte della madre

di Filippo Tuena

 

Prediligo postazioni rialzate,

Battute dal vento, anche se pericolose

Per i colpi vaganti o l'ingordigia dei cecchini

Che prima della fine del turno

Vogliono ancora una volta far centro.

 

Ma in queste notti arabe

Sono i cumuli di macerie che m'aggradano di più

Perché a volte, sotto, li sento ancora lamentarsi,

Con voce sempre più sottile o insistente pervicacia.

 

Eppure moriranno entro pochi minuti

Ed è inutile affannarsi a sollevare le pietre,

Scalzare travi, rotolare macigni.

 

E' la polvere che li condanna. S'incolla alla gola

O alle ferite sanguinanti e li sigilla come

Statue di gesso o sale. Immobili. Fermàti nel tempo

Come i calchi degli schiavi di Ercolano.

 

Per esperienza so che, passata l'orda,

Li ritroveranno quando spianeranno le macerie,

Solitamente avvinghiati alle madri.

Del resto il loro mondo era davvero poca cosa:

Un seno un poco avvizzito, un battito rassicurante del cuore.

 

Askenazita di Bolechov che hai pigiato il bottone,

Palestinese di Hebron che hai caricato il mortaio,

Texano di Dallas che hai il grilletto facile,

Talebano di Kabul che hai il coltello affilato:

Non cucinerai l'agnello nel latte della madre.

 
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