Ancora noi
di Franca Canapini
Sempre,
sospesi nell'ansia della fine
posiamo un piede incerto in infido terreno
temendo scoppi la mina, si apra il baratro
morda il serpente velenoso
Oh,
ritrovare l'inconsapevolezza giovane
l'energia dell'andare, del contingente
sperare
i nostri pugni chiusi
quelle assemblee ridicole, gonfie di parole
le nostre cinquecento in strade polverose
quando sbocciavano rose che noi
non curavamo
L'ebbrezza
della vita
Vi sento, cari amici
affrontare questa malinconica stagione di bilanci
chiusi da mura di nevrosi, deboli corpi in
spiriti rappresi
Soffro
quell'espressione consegnata alla sconfitta
l'andare curvo nella notte o peggio la
rabbia
che divora la parola, il cervello
avvelenato dalla pena
cedere il passo
cedere il passo
cedere il passo
Quietatevi,
non è successo niente
questa è stagione di raccolti
non il grano in reste bionde coglieremo
ma le erbe selvatiche
che sono spuntate del tutto inaspettate