Ho
attraversato tempi
senza
luce, perduti
come
un fiume
silenzioso e nascosto
in
notti senza luna,
per
arrivare qui.
Mi
fermo ad ascoltare
il
respiro del vento,
mi
parla di lontane
terre
e di confuse
voci
abbandonate
e
disperse nell'aria.
Il
pianto d'un bambino,
le
risate e i richiami
di
giochi nelle strade,
sussurri di passione
nelle
stanze nascoste,
un
ultimo lamento.
Un
grido disperato
cresce
senza parole,
diventa
lacerante
silenzio nello spazio,
la
ragione mancante
urlata
da ogni cosa.
Nella
mente ritorna
la
calma d'un pensiero,
all'orizzonte
appare,
sottile
linea accesa,
la
traccia d'un sentiero
tra
le ombre fuggenti.
Chiedono
quelle voci,
non
svanisce l'attesa
d'ogni
speranza infranta:
addormentarsi là
dove
vanno a morire
i
nostri sogni.
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