La mondina del ‘37
di Beatrice Zanini
Ti
guardo madre mia
e
guardo le tue mani
sporche di farina
strumenti a precisione
a
tirar la pasta e tagliatelle
in
abbondanza
per il pranzo, la domenica.
E
la cucina s'anima di figli, generi e nipoti
messi all'ingrasso, una volta a settimana
ché
a far la dieta ci si perde nei vestiti
e
tu lo sai, sei figlia della guerra.
Hai
mani forti, affondate alle risaie
del Piemonte
e
mi par di immaginarti
calata con l'acqua alle ginocchia
e
fin dentro lo stivale,
cantavi sorriso al sole
e
guance cotte
le note alte di qualche tenore.
Eh
già che ce l'avevi
l'ugola d'oro, per salire
sul palco dell'Arena
se la tua dedizione
t'avesse sì taciuto, il sacrificio
di”campare”i tuoi fratelli
con la dote.
Hai
rinunciato cento volte tanto
sputando sangue, fatiche e umiliazioni
ma le tue corde arrivano più in alto
palpitano un cuore che c'ha cresciuti bene.
Tu
sei la madre che non tutti hanno
e
la tua fede ha solchi in ogni ruga
che rinviene sfinite primavere
e
le tue dita arricciolate
nei rosari, hanno voce
di purezza e santità terrena
che mai come adesso madre
io vorrei baciare tutte.