Risiera di San
Sabba ( * )
di Franca
Canapini
Sono
la mazza ancora lucida
qui posata
nella teca di vetro
Sono
la mazza dei Fritz e degli Helmut
di acciaio e di legno
la mazza sopravvissuta
Calata
su fragili teste
ho fatto schizzare
sangue e frantumi di ossa
Ho
udito
il silenzio dell'attimo prima
e
il sordo singulto
al mio impatto violento
Conosco lo sguardo
dell'uomo che rinnega l'umano
fingendosi pietra
e
l'afflosciarsi di maschere
inerti di spiriti spenti
Tu
ragazzo
che mi osservi curioso
che leggero
ti muovi qua dentro
pensami
ferro grezzo sotto il manto dei boschi
legno vivo degli alberi ombrosi
restituiscimi
l'antica innocenza
(* ) Nella periferia Est di Trieste si trova un edificio
anonimo, in mattoncini rossi; se entrerete tra quelle claustrofobiche mura di
cemento, vi troverete di fronte alla follia umana che da sempre infierisce su
vittime inermi