Romualdo
di Piera Maria Chessa
Frugo fra
tanti ricordi lontani:
sono a Camaldoli, in un giorno
d'estate.
La piccola
cella,
a ridosso
di un giardino punteggiato di rose,
si affaccia alla memoria.
Romualdo è là, seduto allo scrittoio.
Pochi
libri,
una stuoia per il riposo,
una seggiola per meditare.
La luce
fioca illumina il vegliardo,
la barba lunga, incolta e bianca.
Gli occhi
sapienti incontrano i miei:
lo sguardo è profondo, il sorriso sereno,
la mia mente riordina piano il pensiero.