ADDIO
di Luigi Panzardi
Non sono un tuo patrimonio storico,
una miniatura in bianco e nero appassita dal tempo.
Ho radici in un fango nucleare corrosivo,
vorrei assimilarti con l'aria colorata di foglie verdi,
ma i tremiti d'un inecologico sisma
mi sbalzano lontano oltre voragini di rifiuti.
Cadrei in un inceneritore di scorie per tornarti vergine,
puro embrione nella gestazione d'una vita nuova.
Vorrei sbiancarmi sotto il tuo vestito senza macchie,
ma sono fossile d'un sogno che si è smunto tra le tue mani.
Per scie opposte è segnato il rimanente fluire:
il mio tra secche balze sfiorite, il tuo tra folle plaudenti. Auguri
|