Concetto di Famiglia
Fermarono l'auto ad idrogeno al
margine della strada, scesero e la diedero in consegna al droide
incaricato di provvedere al parcheggio.
Si diressero decisi, camminando l'uno
a fianco dell'altra, verso un grande edificio costruito in vetro.
Una volta
entrati, riconosciuti dall'impiegata delle reception, si sedettero sui divanetti della sala d'aspetto.
Un droide
provvide a portare loro due coppe di vino e dei dolcetti pregandoli di
pazientare qualche momento in attesa che uno degli
agenti si liberasse.
La coppia di umani annuì e prese i
due bicchieri dal vassoio offerto loro da quel servo artificiale.
I loro sguardi si incrociarono
mentre portavano alla bocca il vino: felicità, ecco cosa traspariva.
La felicità che si prova
quando si ottiene qualcosa di tanto desiderato.
La loro attenzione venne
però attirata dalle sirene di un veicolo della polizia: saettava a tutta
velocità con un carico di rifiuti umani da destinare all'oblio.
Sull'hovercraft della polizia di stato
viaggiava un carico di circa una dozzina di senzatetto, di relitti umani
destinati ad essere trasportati alle miniere e alle piantagioni fuori dalle città.
Erano per lo
più straccioni e disperati, persone senza più alcun punto karmico
nella loro scheda di vita e che per questo non avevano più alcun diritto.
Metà di loro erano bambini, orfani o
abbandonati a loro stessi, destinati a scomparire, vittime innocenti di una
giusta politica economico - sociale.
La coppia osservò l'hovercraft passare ma nessuno dei due provò niente, nemmeno per un
istante il dubbio comparve nei loro volti.
Tornarono a sorseggiare il vino e
parlarono del più e del meno, dell'acquisto di un nuovo droide
domestico, della possibilità di prenotare un viaggio spaziale per Giove…
Un'inserviente umana si avvicinò a
loro: “I signori Eugen? Se volete seguirmi: l'agente
K-58 è disponibile a ricevervi”.
I tre abbandonarono l'asettica sala
d'aspetto e si diressero verso gli ascensori.
L'arredamento dell'edificio era
semplice ed essenziale: non vi erano quadri alle pareti ma solo delle luminose
barre colorate percorse da impulsi elettrici.
Salirono in ascensore fino al quarto
piano.
Rimasero in silenzio per tutto il
tragitto fino all'ufficio dell'agente K-58.
Una volta
entrati, l'inserviente umana li annunciò ed uscì dalla
stanza mentre il signor Eugen provvedeva a fornire la
propria tessera di vita all'agente.
L'agente K-58 era un uomo giovane,
biondo e dagli occhi chiari.
Controllò il quantitativo di punti karmici dell'uomo e gli restituì la tessera
soddisfatto.
“Perfetto: tutto in regola.
Accomodatevi pure.”
Mentre il signor e la signora Eugen si accomodavano sulle bianche poltroncine messe a
disposizione, l'agente provvide a recuperare i files
relativi all'ordine.
Con un ologramma venne
creata un'immagine tridimensionale del prodotto che la coppia umana aveva
prenotato qualche giorno prima.
“Ecco, questo è il prodotto che ci
avete commissionato: come potete osservare risponde alle vostre esigenze e non
presenta difetti.
Tutte le sue caratteristiche sono in
linea con quanto da voi selezionato a partire dal nostro catalogo.
Se volete controllare…”
Un nuovo ologramma si materializzò
davanti alla coppia: in esso la descrizione delle
caratteristiche del prodotto che a minuti avrebbero acquistato.
“…sì, sembra tutto a posto…altezza,
colore dei capelli, colore degli occhi….si, proprio come avevamo
scelto noi. Perfetto!”
L'agente
sorrise soddisfatto: “Lo so! Ho provveduto io stesso ad assemblarne il
codice genetico secondo quanto da voi specificato…”
La donna continuava ad osservare
estasiata l'ologramma del figlio che di lì a poco avrebbero formalmente avuto:
“E per quanto riguarda la sua intelligenza?”
“Abbiamo provveduto a selezionare un
corredo genetico di tutto rispetto, mescolando i geni di un fisico assieme a
quelli di un matematico. Proprio come da voi precisato, il prodotto avrà un
quoziente intellettivo molto elevato.”
“Perfetto!” replicò la donna.
Rimasero per un istante in silenzio mentre l'ologramma del futuro essere umano
continuava a muoversi dinnanzi ai loro occhi.
“Bene, se non avete ulteriori dubbi
in merito, proporrei di fissare una data per l'impianto dell'embrione e poi
passerei a firmare il contratto e le condizioni di garanzia.”
“Siamo d'accordo”.
Fissarono la data dell'impianto di lì
a una settimana e scorsero brevemente il contratto, rigorosamente in formato
elettronico, prima di dare la loro definitiva approvazione.
Tutto appariva in regola: le
informazioni sul prodotto acquistato, le sue caratteristiche, le condizioni di
garanzia nel caso il prodotto avesse manifestato difetti
(anche se le occorrenze di difetti genetici sono davvero minime, aveva
assicurato loro l'agente), le condizioni di pagamento…sì, tutto era perfetto.
Firmarono il contratto digitalmente e
abbandonarono l'ufficio in silenzio.
Sarebbero tornati la settimana
seguente e finalmente avrebbero coronato il sogno di avere un figlio.
Un figlio geneticamente perfetto.
Erano soddisfatti: la “ByoLife” avrebbe garantito loro il prodotto che volevano,
un essere attentamente selezionato per rispondere alle loro esigenze di
famiglia.
Non si sarebbe ripetuto l'errore
commesso con la “Ad Vitam”:
una ditta di seconda categoria che aveva venduto loro un embrione con difetti
alla vista, più precisamente una sospetta miopia, costringendoli all'aborto.
La ByoLife
invece avrebbe fornito un bambino perfettamente in linea con i loro desideri, sano e geneticamente superiore.
La coppia uscì dall'azienda
soddisfatta e si diresse a passi decisi verso il droide
parcheggiatore.
Si sarebbero diretti verso il
successivo negozio che avevano in programma di visitare in quel loro pomeriggio dedicato
allo shopping e agli acquisti familiari.