Io, nonno nel
2030
Quando ero piccolo negli anni
sessanta, cari nipoti miei, eravamo poveri, ma tutti poveri, tranne alcuni: gli
industriali, i buoni artigiani e i commercianti che in genere evadevano le
tasse.
Una categoria a
parte era la mia famiglia che si sarebbe potuta definire poverissima. Mio
padre, portiere di uno stabile di quarta categoria guadagnava appena il
necessario per farci mangiare.
A casa nostra, la
sera, prima di andare a letto, per passare il tempo non avevamo un televisore,
ma nemmeno una radio e ci dovevamo accontentare dei racconti del nonno che ci
parlava di guerra, di un ventennio lontano e di soprusi subiti. Il buon vecchio
ci intratteneva per ore con storie di fatica, ma anche di feste intorno al
fuoco e di danze al suono di una fisarmonica. Poi… arrivò la radio, quasi
subito il televisore, il mangiadischi, il telefono. Il nonno perse la voce e fu
messo in un angolo, smarrito e confuso, preso in giro dal vortice del
progresso. Morì poco dopo portandosi appresso il glorioso passato del quale non
volemmo più ascoltare .
Il progresso ci
travolse. I televisori raddoppiarono, arrivò il colore e i televisori si
diffusero a dismisura arrivando ad essere uno per ogni componente della
famiglia. I dischi, più tardi, scomparvero dal commercio, io li chiamavo ancora
quarantacinque ed elleppì quando furono sostituiti
dai CD e dai DVD. La mia vecchia cinepresa, una super 8, fu venduta al mercato
delle pulci, al suo posto fu acquistata una VHS che nello spazio di pochi anni
cedette il passo ad una telecamera digitale e poi… i telefonini: uno, due…cento ne avremo cambiati e tutti con un qualcosa in
più……..e venne l'EURO a modificare quello stato di cose.
Ricordo al governo
un certo Berlusconi, quello del ponte crollato sullo
stretto e di un …Prodi ? Poi gli altri che ci tolsero
i benefici fino ad allora acquisiti. Ben pochi poterono permettersi di avere un
conto in banca poiché dallo stipendio non avanzava più nemmeno un cent., i
televisori scomparvero uno alla volta dalle nostre case, non potevamo pagare
l'esoso canone del digitale terrestre. I telefonini divennero patrimonio di
pochi e si ritorno alla vecchia radio che purtroppo, nel nostro caso fu venduta
perché, perso il lavoro, non ottenni nemmeno la liquidazione, incamerata e successivamente
divorata dal datore di lavoro.
Ed ora, eccoci qua, cari nipoti miei, tornati al tenore economico
degli anni ‘novecentosessanta, quando eravamo poverissimi come ora. Tutti
attorno al vostro nonno che vi narra di quando, in
quattro, avevamo quattro televisori. Di quando avevamo un telefonino per ognuno
e più schede. Vi racconto di feste in discoteca, di viaggi veri e compiuti da
internauti, e purtroppo del tonfo dovuto all'EURO e alla cattiva gestione dei
nostri governanti. Oh cara
vecchia lira! Quanto rimpiangemmo la nostra moneta spazzata via nel momento
migliore.
Questo precipitare
degli eventi, questo repentino impoverimento, ha portato solo una cosa buona,
che io, nonno del 2030 sia ritornato, rivalutato e…perno/catalizzatore della
famiglia. Ho un gran piacere a vedervi con il nasino all'insù e la boccuccia
aperta ascoltare increduli di quando si navigava nell'oro, nel benessere…oggi
che i miei pantaloni smessi sono passati a vostro padre e domani, credo, un po'
rammendati passeranno a voi. Vi racconto e sono contento che la povertà ci
tenga uniti…ieri sorridevamo, non ci mancava nulla, ma era così tutto effimero…