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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Il calore di un cuore di Gloria Venturini 01/12/2006
 

Il calore di un cuore

 

Ci fu un periodo in cui il mondo passò davvero un brutto quarto d'ora.

Le risorse energetiche dei cinque continenti si stavano esaurendo, l'uomo aveva abusato d'ogni materiale, dalla legna al petrolio; la terra era diventata talmente arida, brutta e rinsecchita che non riusciva più a far crescere gli alberi.

La pece ed il catrame, amici alleati, ricoprivano oltre il cinquanta per cento della crosta terreste e la natura non ne poteva proprio più, era soffocata dai gas asfissianti che esalavano le ciminiere dei grandi plessi industriali; i laghi ed i mari avevano le vene avvelenate dai fiumi inquinati che contribuivano a farli morire.

L'uomo continuava la sua folle corsa verso il così detto progresso e il dio Denaro sovrastava ormai su ogni tipo di ragione.

Così da un momento all'altro ci fu un black out generale e il mondo si fermò.

L'uomo rimase al buio, al freddo e con solo cibo in scatola.

Madre Natura si addormentò e con lei tutti i suoi piccoli fili d'erba.

Nelle case i termosifoni sentivano tutti i problemi degli umani, il caos che regnava sulle strade e in ogni luogo, ma quello che non potevano sopportare era il pianto dei bambini per il freddo, le coperte sintetiche non tenevano poi tanto caldo.

Si passarono voce tra loro e bandirono  una riunione straordinaria alla quale parteciparono tutti quelli che potevano contribuire a dare calore al mondo intero.

Era la mezzanotte di un dì di marzo, la sala riunioni era completamente piena.

Il Sole se ne stava zitto in disparte, anche se in realtà lui era stato la prima fonte di calore e d'energia regalata all'uomo dal Cosmo Intero e proprio per questo, per la sua esperienza ed anzianità di servizio, fu declamato Presidente Onorario da tutti quanti.

In un gruppetto all'angolo sinistro se ne stavano in panciolle alcuni combustibili primari:

un pezzo di legna, un mucchietto di carbone, un barile di petrolio e del gas metano rivestito da una bomboletta arancione.

Stavano riposando,  si godevano finalmente le ferie altamente meritate.

Dalla storia arrivarono anche il braciere, il falò e alcuni antichi caminetti.

Una caldaietta murale, con tanto di bollitore, borbottava sommessa assieme alla vecchia nonna, una grossa caldaia tutta in ghisa.

Il ventilconvettore continuava a fare aria ininterrottamente e sventolava i capelli colmi di gel di suo nipote Fan-Coil, un tipo tutto dark dell'ultima generazione.

Uno scaldabagno indeciso, con un grosso raffreddore, aveva il rubinetto gocciolante, senza più alcuna valvola di sicurezza, continuava a perdere acqua.

Una caldaia a camera stagna con i focolari dei bruciatori in depressione, chiacchierava dei suoi malanni con un boiler dai tubi di rame a pezzi.

In disparte una stufa continuava a borbottare da sola.

Finalmente prese la parola il termosifone e cominciò:

“Silenzio, si tratta del nostro futuro, dobbiamo essere tutti uniti e darci una mano a vicenda. L'uomo è stato insensato in quest'ultimo millennio, ma io ritengo che questa lezione gli possa servire per capire e dare importanza alle cose che veramente contano, quale al primo posto il calore”.

Incalzò il Sole: “ Certamente, io sono stato la prima fonte di vita, amavo guardare la terra con tutto il suo verde smeraldo e l'azzurro del mare, talvolta, nuvole permettendo, riuscivo a vedere i bambini che giocavano sui prati, udivo le loro risate, mentre oggi, i gas contaminati dell'aria mi impediscono di scrutare il globo terreste, così ho dovuto fare un buco nell'ozono per vedere ancora un po' i colori del mondo.

Intervenne Fan-Coil: “Stiamo proprio cadendo nella loro trama diabolica. Loro hanno fatto questo a noi, ci hanno costruito per usarci fino a quando ne hanno bisogno, poi c'eliminano, ci buttano nelle discariche, parlano tanto di riciclaggio e raccolta differenziata, ma lo sapete bene quanto me, le loro sono solo parole, parole e basta.”.

I combustibili primari si sentirono chiamati in causa e in coro dissero:

“Non se ne parla nemmeno di aiutare l'umanità, dopo secoli e millenni, finalmente ci riposiamo, non abbiamo intenzione di ricominciare la corsa per riscaldare l'uomo e dare energia al mondo, che si arrangino!”

Un barile di bitume che si era intrufolato di nascosto alla riunione disse:

“Io sono un derivato di zio petrolio, il cancro della natura, ma è stato l'uomo a crearmi,  è colpa sua la mia bruttura.

Mi auguro in ogni modo di essere servito anch'io a qualche cosa!”

Fece una lacrima di pece e si rabbonì.

A questo punto le atmosfere di nonna caldaia in ghisa iniziarono a ruotare oltre ogni misura e cominciò: “ C'era una volta un tempo in cui tutti noi eravamo soddisfatti del nostro lavoro ed eravamo riconoscenti al genere umano di averci fatto, eravamo ben accuditi e svolgevamo la funzione vitale di riscaldare le abitazioni, anche noi ci sentivamo a casa, o forse l'avete dimenticato?

E' pur vero che l'essere umano non si è comportato bene, ma perché fare come lui e voltargli le spalle proprio nel bisogno?”

Il fuoco ed il caminetto intervennero: “ E' vero, quello che ha detto la Nonna è sacrosanta verità, noi abbiamo aiutato l'uomo nella sua vera evoluzione, gli abbiamo insegnato cos'è il calore, l'illuminazione ed anche a cucinare”

Una vecchia caldaia con qualche kilowatt di troppo sostenne quest'ultima teoria e decise di mettere a votazione la questione.

Il Sole disse ancora una cosa: “ Tutti noi serviamo a riscaldare l'uomo, a dargli energia, ad illuminarlo, è nostro amico. Non possiamo nulla senza di lui, guardate in che stato pietoso è ridotto il mondo. Città senza calore e senza gioia. Ora che possiamo fare per rimediare?”

Un silenzio misto a sgomento regnava nell'aria.

Intervenne una voce: “ E' semplice, dobbiamo cominciare da capo, con la consapevolezza che noi siamo utili al genere umano e lui a noi. Il mondo è stato veramente governato da ingiustizie e prevaricazioni, ma noi  dobbiamo avere la capacità di guardare avanti, con nuove prospettive”.

Tutti si trovarono d'accordi e non ci fu bisogno di alcuna votazione.

Nessuno la riconobbe e ognuno si chiedeva chi fosse!

Il Sole orgoglioso chiese alla voce di farsi vedere, di non stare in disparte in fondo alla sala.

La voce disse: “Sono qui, in mezzo a voi, sono il calore di un cuore che ama!”

 

 

 

 

 

 
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