Effetti collaterali imprevisti
L'uomo alla scrivania finì di scrivere l'indirizzo sulla
grossa busta color nocciola. Aveva usato caratteri grandi e un pennarello
rosso.
“Al Procuratore delle Repubblica,
Napoli”. Sarebbe bastato.
Fuori, nel buio della notte inoltrata, un'ombra immobile
osservava attraverso il vetro della porta-finestra tutti
i movimenti della persona all'interno. Senza impazienza, la mano protetta da un
sottile guanto di filo scivolò sul polso, a scoprire l'orologio dalle lancette
fosforescenti: erano le 22:49. Aveva ancora tempo.
L'uomo nell'ufficio era Ottavio Badillo
e di professione faceva l'architetto.
L'uomo che l'osservava furtivo non aveva un nome. Si
faceva chiamare “ 'o Puffo”, con una certa dose di autoironia, data la sua statura non proprio gigantesca e il
colorito tendente al bluastro, ma nessuno nell'ambiente avrebbe osato prenderlo
in giro per questo: di professione faceva l'assassino.
Badillo estrasse una
grossa pistola a tamburo da un cassetto e la posò sul ripiano della
scrivania. 'O
Puffo, istintivamente, portò la mano alla sua arma, una calibro 22, piccola ma
micidiale a distanza ravvicinata; poi si rilassò: non poteva essere stato
scoperto, quindi l'arma dell'architetto aveva un altro scopo. La cosa si faceva
interessante.
Ottavio Badillo si alzò, andò
al tavolino sul quale si trovava un computer, costoso e sofisticato come tutto
l'arredamento dell'ufficio, in certe professioni l'apparenza è importante come
la sostanza, e in quella città forse più che in altre; trasse dalla stampante
alcuni fogli appena usciti, mentre la macchina emetteva un “bip” allarmato e un
led rosso iniziava a lampeggiare. Badillo
non ci fece caso, i suoi pensieri erano rivolti ad altro. Si sedette sulla
comoda poltroncina e si mise a rileggere lo scritto. L'architetto era sempre
stato pignolo, e anche quel documento avrebbe dovuto essere perfetto,
inoppugnabile, citare fatti, date, fare nomi e cognomi.
Ci aveva messo dei mesi a raccogliere le prove che
inchiodavano persone potenti e insospettabili. Oltre a lui stesso, che aveva
avuto una parte marginale, ma comunque era una rotellina
ben oliata di quegli ingranaggi criminali.
Scempio del territorio, lucrosa gestione delle
discariche, corruzioni, riciclaggi, erano cose all'ordine del giorno.
Ma c'era stata anche la sparizione di un giornalista
troppo curioso, e poi l'omicidio di un suo collega, apparentemente ucciso per
errore in una sparatoria di quartiere. Ma con lui erano morti il figlio di soli
tre anni e la moglie.
Questo era stato troppo anche per la coscienza a lungo
anestetizzata di Badillo.
Ma lui sapeva bene che da quel genere di affari non si
poteva uscire semplicemente scrivendo una lettera di dimissioni e stringendo
qualche mano.
Quindi aveva scritto dell'altro ed era pronto per un
diverso genere di dimissioni. Irrevocabili.
Qualcuno l'avrebbe presa molto male se avesse saputo
quello che stava per fare, pensò, e un sorriso amaro apparve per un istante sul
viso stravolto dell'uomo.
Qualcuno lo aveva saputo e infatti
l'aveva presa male. L'ombra fuori dalla finestra lo
testimoniava.
Molto lontano da Napoli, ma molto vicino ad Hannover, in Bassa Sassonia, all'interno di una sala
controllo piena di enormi schermi e strumenti, stava per essere eseguita
un'istruzione arrivata via computer nel pomeriggio: alle 23:00 disconnettere la
tratta di linea a 400 KV tra i segmenti W23 e W25 della linea NS02, e
riconnetterla a nuovo ordine.
L'istruzione venne verificata, validata e memorizzata sui computer della sala controllo.
Alle 22.59.00 l'operatore di turno diede il consenso finale ed esattamente un
minuto dopo i servomeccanismi azionarono l'enorme interruttore di alta
tensione. In pochi decimi di secondo, tra uno sfrigolio di archi elettrici,
l'operazione, del tutto normale e già effettuata decine di volte, venne portata a termine.
In quel caso però alcuni parametri non erano stati
valutati correttamente, e questo fatto avrebbe innescato una serie di effetti
collaterali imprevisti.
Badillo finì di leggere il documento. Andava bene, non c'era
bisogno di correzioni. Pensandoci bene, non serviva nemmeno l'altra copia che
voleva inviare al "Mattino". Quella per il Procuratore sarebbe stata
più che sufficiente, avrebbe saputo cosa fare. A meno che non fosse pure lui
nella manica di qualcuno. “Se non sei riuscito a comperare una persona si vede
che non hai fatto l'offerta giusta”. Chi l'aveva detto? Non se lo ricordava, ma
il pensiero colpì Badillo come un diretto allo
stomaco.
Si sforzò di ricacciarlo indietro. Non tutti sono in
vendita, e anche in passato la Procura aveva dato prova di voler combattere la
camorra senza guardare in faccia a nessuno. Doveva fidarsi.
Inserì i fogli nella grossa busta che poi chiuse con una
pinzatrice e mise in bella evidenza sul tavolino accanto al computer.
Alle 23:02 in Germania, la linea
ad alta tensione NS02, privata di una parte del carico, andò fuori controllo,
elevando la frequenza dei generatori a 52 Hz.
Le protezioni della vicina centrale intervennero rapidamente,
aprendo i circuiti che la connettevano alla rete. Questa era la procedura
standard che serviva a salvaguardare i costosi generatori. Tutta la potenza che
in quel momento era prodotta in quel luogo avrebbe dovuto e potuto essere presa
in carico dalle altre centrali attive.
L'architetto Badillo tornò alla
scrivania e stando in piedi, senza esitazione, prese la pistola.
Si infilò la canna nella bocca puntandola verso l'alto e
premette il grilletto.
Morì un attimo dopo, e la stanza avrebbe avuto bisogno di
una bella opera di pulizia.
Tutto avvenne così rapidamente che 'o Puffo, ancora
appostato nell'ombra del terrazzo, ne rimase
assolutamente sorpreso. Poi un sorriso soddisfatto tagliò il suo volto
inespressivo. Aveva fatto bene ad aspettare, l'architetto gli aveva risparmiato
la parte più sgradevole del lavoro. Poco prima stava per entrare dalla porta
finestra per sorprenderlo alle spalle, sarebbe stato una cosa facile. Ma la
vista della pistola sulla scrivania l'aveva fatto esitare. Non per paura di una
possibile reazione, aveva sopraffatto tipi ben più tosti, ma per un'intuizione.
E aveva avuto ragione.
Quello non sarebbe più stato un omicidio mascherato da
suicidio, si trattava di un suicidio in piena regola, gli inquirenti non
avrebbero potuto avere dubbi. Facile e pulito.
L'uomo entrò con calma, a quell'ora
e in quella zona di uffici lo sparo che era appena riecheggiato non avrebbe
fatto accorrere nessuno. C'era un guardia giurata che faceva un giro svogliato
ogni ora, ma era stato provveduto a procurargli una piacevole distrazione. In
quel momento stava ispezionando le parti intime di una graziosa signorina che
per puro caso aveva avuto un piccolo problema con l'automobile, da quelle
parti, proprio sotto il naso del guardiano che era accorso in aiuto nemmeno
fosse stato il settimo cavalleggeri. La signorina in
questione aveva subito il fascino dell'uniforme, la guardia invece l'uniforme
non l'indossava più, e ne avrebbe avuto ancora per un po'.
'O Puffo si
diresse alla scrivania stando bene attento a non calpestare il sangue e la
materia cerebrale che erano sprizzati un po' dovunque per lo studio. Prese la
voluminosa busta e ne controllò il contenuto, mettendola poi in una sacca che
portava a tracolla. Andò al computer rimasto acceso. Il file dell'ultimo
documento stampato era ancora aperto. Lo chiuse, poi spense il PC, estrasse
dalla sacca un cacciavite e un oggetto dall'aspetto tecnologico. Si era
esercitato a lungo con un PC identico acquistato appositamente, e sapeva
esattamente cosa fare.
In Germania, due grandi centrali termiche erano ferme per
manutenzione straordinaria e le restanti erano già prossime al loro limite
massimo. L'improvvisa richiesta di altra potenza fece scattare le protezioni
automatiche di quella più sovraccarica, poi di una seconda, poi di tutte le
altre con un effetto a catena talmente veloce che nei centri di controllo
sparsi sul territorio nessuno riuscì a prendere le contromisure corrette.
Alle 23.12 nell'ottanta per cento del territorio tedesco
le luci si erano spente, mentre il problema iniziava a varcare le frontiere con
l'Austria e la Francia.
Al solito, la Svizzera si estraniò sdegnosamente dalle
miserie del resto dell'Europa, forte di una secolare tradizione e sopratutto di
una lungimirante politica energetica.
Con movimenti rapidi, 'o Puffo
aprì il contenitore dell'apparecchio, stando attento a non lasciare segni sulle
viti. In meno di tre minuti estrasse il disco rigido e lo sostituì con l'altro
identico che si era portato; quindi fissò di nuovo il coperchio, riavvitando con cura le molte piccole viti e riaccese il
PC. Infine infilò l'hard disk originale nella sacca; se ne sarebbe disfatto più
tardi, gettandolo a mare.
Era stato un vero colpo di genio, il tocco artistico di
un grande professionista, si disse compiaciuto. Lui non era molto pratico di
queste cose, ma leggeva di tutto, sopratutto i romanzi polizieschi ma non solo.
Aveva appreso che si poteva apparentemente cancellare un file dalla memoria di
un pc, ma c'era sempre il rischio che quelli della
scientifica riuscissero a ripristinarlo, tirando fuori
ciò che non doveva essere tirato fuori. Così 'o Puffo aveva pagato
profumatamente un professionista esperto di informatica, uno che metteva a
frutto le sue abilità violando computer ritenuti inviolabili, purché qualcuno
rimpinguasse adeguatamente il suo conto in Svizzera.
Costui il giorno prima aveva
forzato l'accesso al PC dell'architetto, privo di qualsiasi protezione degna di
nota, come aveva già verificato la settimana precedente. Insieme a 'o Puffo, avevano
esaminato attentamente il contenuto del disco per poi riversare in un hard
disk, quello che lui aveva appena montato, tutto ciò che doveva esserci sino al giorno prima, ma non il file del documento
compromettente, gli appunti correlati, le bozze e qualunque cosa potesse far
riferimento all'argomento che stava a cuore ai committenti. La scientifica
poteva cercare quanto voleva, ma non c'era assolutamente traccia di quei
documenti semplicemente perché in quel disco non c'erano mai stati.
Si mise alla tastiera. Batté lentamente, ma senza errori,
un breve testo che aveva concordato col committente. Nel piano originale la
lettera doveva essere scritta di pugno dell'architetto, sotto la minaccia della
pistola, ma sarebbe andata bene anche così, oggi nessuno più scrive a mano.
Nella lettera si spiegavano i motivi del gesto con forti debiti di gioco e
problemi di un ricatto sulla sua omosessualità coltivata in segreto, tutte cose
costruite ad arte dai committenti e verificabili senza fatica.
Memorizzò il file e diede il comando di stampa. Una serie
di “bip” isterici proveniente dalla stampante lo avvertì che non c'era carta.
Ne trovò una risma nel ripiano sotto il tavolino, la mise nel vassoio inferiore
della macchina e fu soddisfatto nel vedere che un foglio veniva
risucchiato all'interno con un ronzio di rotelline,
mentre la segnalazione da rossa diventava verde.
Ora sarebbe bastato aspettare qualche secondo, prendere
la lettera e metterla in bella evidenza sulla scrivania per definire perfetto
il lavoro appena concluso.
Alle 23.20 Il sessanta per cento del territorio francese
rimase privo di energia elettrica, e questo nonostante si fosse provveduto a
interrompere le forniture di energia ai vicini italiani. Che si arrangiassero,
avevano rinnegato l'energia nucleare e ora dovevano importare elettricità
prodotta dalle centrali nucleari francesi. Ma in quel momento la Francia non poteva permettersi di esportare un solo kilowatt.
Alle 23:25 nell'ufficio
dell'architetto la luce si spense.
Anche il computer si spense, facendo udire una specie di
lamento in calando.
Come pure la stampante; tutto si spense nell'ufficio, nel
palazzo, nel quartiere, nella città.
Mentre ogni altro dispositivo elettrico cessava di
funzionare, decine di sirene d'allarme, alimentate a batteria, si misero a
ululare tutte insieme, facendo sobbalzare 'o Puffo che
aveva una particolare forma di avversione per ogni tipo d'allarme.
Nel buio assoluto, 'o Puffo
rimase sconcertato per un istante, mentre il cuore accelerava di colpo il ritmo.
Ma in pochi istanti l'uomo si riprese, frugò nella sacca, ne estrasse una
torcia a batteria e l'accese. Si guardò intorno, andò
alla finestra e vide che l'oscurità era totale, nelle strade intorno nemmeno un
lampione rompeva quel buio insolito. Si trattava certamente di un black-out
generale e la situazione era fuori dal suo controllo,
concluse. Non c'era modo di sapere se l'energia elettrica sarebbe tornata dopo
un minuto o un'ora o magari a giorno fatto. E lui non poteva certo attendere il
giorno, e nemmeno un'ora.
Pazienza per la lettera, ragionò. L'aveva memorizzata
prima di lanciare la stampa e
non sapeva se al
ritorno della corrente sarebbe stata effettivamente stampata, ma era certo che
gli esperti della polizia l'avrebbero almeno ritrovata nel computer, completa
di data, ora e minuto, e avrebbero verificato la sfortunata coincidenza con il
black-out. Badillo non avrebbe atteso il ritorno
della corrente per uccidersi. Andava bene anche così, concluse 'o Puffo.
Facendosi luce con la torcia, uscì rapidamente e senza
rumore da dove era entrato, nella stanza nulla avrebbe denunciato la sua
presenza.
Era stato un contratto facile, anche con un pizzico di
fortuna che non guasta mai, si disse soddisfatto, mentre nel buio totale
raggiungeva la sua automobile, parcheggiata a debita distanza dall'ufficio
dell'architetto.
In Germania, Francia, Austria e Italia la maggior parte
della popolazione si stava adattando alla situazione.
Molti semplicemente uscirono a guardare uno spettacolo
che non vedevano da anni: un bel cielo stellato. Altri accesero luci di
emergenza e cercarono di continuare ciò che stavano facendo prima. Altri ancora
trovarono molto romantica la situazione e i risultati si sarebbero tradotti in
un'impennata del grafico della natalità esattamente nove mesi dopo.
Dopo qualche ora l'energia fu ripristinata, in certe aree prima che in altre, ma entro le prime ore del
mattino tutto riprese il ritmo solito, lasciando a giornali e commissioni di
inchiesta le polemiche sull'accaduto e i proclami sulla necessità di impedire
il ripetersi di simili eventi.
Nell'ufficio dell'architetto Badillo
anche la stampante riprese il suo lavoro.
Se fosse stata abbastanza evoluta da provare sentimenti,
si sarebbe detta soddisfatta. Aveva avuto alcuni contrattempi nello svolgere i
suoi compiti, ma ora tutto si era sistemato. Prima si
era dovuta fermare qualche tempo per l'esaurimento della carta. Poi qualcuno
finalmente se n'era accorto e aveva posto una risma nel vassoio permettendole
di proseguire.
Ma non aveva potuto farlo, le era venuta a mancare
l'energia.
Infine ogni cosa era andata a posto: C'era carta in
abbondanza, c'era energia, e lei aveva una buona memoria, capiente, resistente
alla mancanza di tensione e indipendente da quella del computer.
Diligentemente, aveva estratto dai suoi circuiti e
inviati alla stampa i dati del voluminoso documento che le era stato richiesto;
in precedenza aveva potuto completarne solo una copia delle due che le erano
state ordinate.
Infine, aveva stampato le poche righe ricevute dal PC
appena prima dell'interruzione dell'energia.
Ora tutti quei fogli
erano lì, uno sopra l'altro, ordinati nel suo cestello di uscita e pronti per
essere letti da chiunque ne avesse interesse.
Paziente, la stampante smise di far lampeggiare la sua
luce verde e si mise in attesa del prossimo lavoro da
eseguire.