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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Effetti collaterali imprevisti di Mario Malgieri 01/12/2006
 

Effetti collaterali imprevisti

 

L'uomo alla scrivania finì di scrivere l'indirizzo sulla grossa busta color nocciola. Aveva usato caratteri grandi e un pennarello rosso.

“Al Procuratore delle Repubblica, Napoli”.  Sarebbe bastato.

Fuori, nel buio della notte inoltrata, un'ombra immobile osservava attraverso il vetro della porta-finestra tutti i movimenti della persona all'interno. Senza impazienza, la mano protetta da un sottile guanto di filo scivolò sul polso, a scoprire l'orologio dalle lancette fosforescenti: erano le 22:49. Aveva ancora tempo.

L'uomo nell'ufficio era Ottavio Badillo e di professione faceva l'architetto.

L'uomo che l'osservava furtivo non aveva un nome. Si faceva chiamare “ 'o Puffo”, con una certa dose di autoironia, data la sua statura non proprio gigantesca e il colorito tendente al bluastro, ma nessuno nell'ambiente avrebbe osato prenderlo in giro per questo: di professione faceva l'assassino.

Badillo estrasse una grossa pistola a tamburo da un cassetto e la posò sul ripiano della scrivania.  'O Puffo, istintivamente, portò la mano alla sua arma, una calibro 22, piccola ma micidiale a distanza ravvicinata; poi si rilassò: non poteva essere stato scoperto, quindi l'arma dell'architetto aveva un altro scopo. La cosa si faceva interessante.

Ottavio Badillo si alzò, andò al tavolino sul quale si trovava un computer, costoso e sofisticato come tutto l'arredamento dell'ufficio, in certe professioni l'apparenza è importante come la sostanza, e in quella città forse più che in altre; trasse dalla stampante alcuni fogli appena usciti, mentre la macchina emetteva un “bip” allarmato e un led rosso iniziava a lampeggiare. Badillo non ci fece caso, i suoi pensieri erano rivolti ad altro. Si sedette sulla comoda poltroncina e si mise a rileggere lo scritto. L'architetto era sempre stato pignolo, e anche quel documento avrebbe dovuto essere perfetto, inoppugnabile, citare fatti, date, fare nomi e cognomi.

Ci aveva messo dei mesi a raccogliere le prove che inchiodavano persone potenti e insospettabili. Oltre a lui stesso, che aveva avuto una parte marginale, ma comunque era una rotellina ben oliata di quegli ingranaggi criminali.

Scempio del territorio, lucrosa gestione delle discariche, corruzioni, riciclaggi, erano cose all'ordine del giorno.

Ma c'era stata anche la sparizione di un giornalista troppo curioso, e poi l'omicidio di un suo collega, apparentemente ucciso per errore in una sparatoria di quartiere. Ma con lui erano morti il figlio di soli tre anni e la moglie.

Questo era stato troppo anche per la coscienza a lungo anestetizzata di Badillo.

Ma lui sapeva bene che da quel genere di affari non si poteva uscire semplicemente scrivendo una lettera di dimissioni e stringendo qualche mano.

Quindi aveva scritto dell'altro ed era pronto per un diverso genere di dimissioni. Irrevocabili.

Qualcuno l'avrebbe presa molto male se avesse saputo quello che stava per fare, pensò, e un sorriso amaro apparve per un istante sul viso stravolto dell'uomo.

Qualcuno lo aveva saputo e infatti l'aveva presa male. L'ombra fuori dalla finestra lo testimoniava.

 

Molto lontano da Napoli, ma molto vicino ad Hannover, in Bassa Sassonia, all'interno di una sala controllo piena di enormi schermi e strumenti, stava per essere eseguita un'istruzione arrivata via computer nel pomeriggio: alle 23:00 disconnettere la tratta di linea a 400 KV tra i segmenti W23 e W25 della linea NS02, e riconnetterla a nuovo ordine.

L'istruzione venne verificata, validata e memorizzata sui computer della sala controllo. Alle 22.59.00 l'operatore di turno diede il consenso finale ed esattamente un minuto dopo i servomeccanismi azionarono l'enorme interruttore di alta tensione. In pochi decimi di secondo, tra uno sfrigolio di archi elettrici, l'operazione, del tutto normale e già effettuata decine di volte, venne portata a termine.

In quel caso però alcuni parametri non erano stati valutati correttamente, e questo fatto avrebbe innescato una serie di effetti collaterali imprevisti.

 

Badillo finì di leggere il documento. Andava bene, non c'era bisogno di correzioni. Pensandoci bene, non serviva nemmeno l'altra copia che voleva inviare al "Mattino". Quella per il Procuratore sarebbe stata più che sufficiente, avrebbe saputo cosa fare. A meno che non fosse pure lui nella manica di qualcuno. “Se non sei riuscito a comperare una persona si vede che non hai fatto l'offerta giusta”. Chi l'aveva detto? Non se lo ricordava, ma il pensiero colpì Badillo come un diretto allo stomaco.

Si sforzò di ricacciarlo indietro. Non tutti sono in vendita, e anche in passato la Procura aveva dato prova di voler combattere la camorra senza guardare in faccia a nessuno. Doveva fidarsi.

Inserì i fogli nella grossa busta che poi chiuse con una pinzatrice e mise in bella evidenza sul tavolino accanto al computer. 

 

Alle 23:02 in Germania, la linea ad alta tensione NS02, privata di una parte del carico, andò fuori controllo, elevando la frequenza dei generatori a 52 Hz. 

Le protezioni della vicina centrale intervennero rapidamente, aprendo i circuiti che la connettevano alla rete. Questa era la procedura standard che serviva a salvaguardare i costosi generatori. Tutta la potenza che in quel momento era prodotta in quel luogo avrebbe dovuto e potuto essere presa in carico dalle altre centrali attive.

 

L'architetto Badillo tornò alla scrivania e stando in piedi, senza esitazione, prese la pistola.

Si infilò la canna nella bocca puntandola verso l'alto e premette il grilletto.

Morì un attimo dopo, e la stanza avrebbe avuto bisogno di una bella opera di pulizia.

Tutto avvenne così rapidamente che 'o Puffo, ancora appostato nell'ombra del terrazzo, ne rimase assolutamente sorpreso. Poi un sorriso soddisfatto tagliò il suo volto inespressivo. Aveva fatto bene ad aspettare, l'architetto gli aveva risparmiato la parte più sgradevole del lavoro. Poco prima stava per entrare dalla porta finestra per sorprenderlo alle spalle, sarebbe stato una cosa facile. Ma la vista della pistola sulla scrivania l'aveva fatto esitare. Non per paura di una possibile reazione, aveva sopraffatto tipi ben più tosti, ma per un'intuizione. E aveva avuto ragione.

Quello non sarebbe più stato un omicidio mascherato da suicidio, si trattava di un suicidio in piena regola, gli inquirenti non avrebbero potuto avere dubbi. Facile e pulito.

L'uomo entrò con calma, a quell'ora e in quella zona di uffici lo sparo che era appena riecheggiato non avrebbe fatto accorrere nessuno. C'era un guardia giurata che faceva un giro svogliato ogni ora, ma era stato provveduto a procurargli una piacevole distrazione. In quel momento stava ispezionando le parti intime di una graziosa signorina che per puro caso aveva avuto un piccolo problema con l'automobile, da quelle parti, proprio sotto il naso del guardiano che era accorso in aiuto nemmeno fosse stato il settimo cavalleggeri. La signorina in questione aveva subito il fascino dell'uniforme, la guardia invece l'uniforme non l'indossava più, e ne avrebbe avuto ancora per un po'.

'O Puffo si diresse alla scrivania stando bene attento a non calpestare il sangue e la materia cerebrale che erano sprizzati un po' dovunque per lo studio. Prese la voluminosa busta e ne controllò il contenuto, mettendola poi in una sacca che portava a tracolla. Andò al computer rimasto acceso. Il file dell'ultimo documento stampato era ancora aperto. Lo chiuse, poi spense il PC, estrasse dalla sacca un cacciavite e un oggetto dall'aspetto tecnologico. Si era esercitato a lungo con un PC identico acquistato appositamente, e sapeva esattamente cosa fare.

 

In Germania, due grandi centrali termiche erano ferme per manutenzione straordinaria e le restanti erano già prossime al loro limite massimo. L'improvvisa richiesta di altra potenza fece scattare le protezioni automatiche di quella più sovraccarica, poi di una seconda, poi di tutte le altre con un effetto a catena talmente veloce che nei centri di controllo sparsi sul territorio nessuno riuscì a prendere le contromisure corrette.

Alle 23.12 nell'ottanta per cento del territorio tedesco le luci si erano spente, mentre il problema iniziava a varcare le frontiere con l'Austria e la Francia.

Al solito, la Svizzera si estraniò sdegnosamente dalle miserie del resto dell'Europa, forte di una secolare tradizione e sopratutto di una lungimirante politica energetica.

 

Con movimenti rapidi, 'o Puffo aprì il contenitore dell'apparecchio, stando attento a non lasciare segni sulle viti. In meno di tre minuti estrasse il disco rigido e lo sostituì con l'altro identico che si era portato; quindi fissò di nuovo il coperchio, riavvitando con cura le molte piccole viti e riaccese il PC. Infine infilò l'hard disk originale nella sacca; se ne sarebbe disfatto più tardi, gettandolo a mare.

Era stato un vero colpo di genio, il tocco artistico di un grande professionista, si disse compiaciuto. Lui non era molto pratico di queste cose, ma leggeva di tutto, sopratutto i romanzi polizieschi ma non solo. Aveva appreso che si poteva apparentemente cancellare un file dalla memoria di un pc, ma c'era sempre il rischio che quelli della scientifica riuscissero a ripristinarlo, tirando fuori ciò che non doveva essere tirato fuori. Così 'o Puffo aveva pagato profumatamente un professionista esperto di informatica, uno che metteva a frutto le sue abilità violando computer ritenuti inviolabili, purché qualcuno rimpinguasse adeguatamente il suo conto in Svizzera.

Costui il giorno prima aveva forzato l'accesso al PC dell'architetto, privo di qualsiasi protezione degna di nota, come aveva già verificato la settimana precedente. Insieme a 'o Puffo, avevano esaminato attentamente il contenuto del disco per poi riversare in un hard disk, quello che lui aveva appena montato, tutto ciò che doveva esserci sino al giorno prima, ma non il file del documento compromettente, gli appunti correlati, le bozze e qualunque cosa potesse far riferimento all'argomento che stava a cuore ai committenti. La scientifica poteva cercare quanto voleva, ma non c'era assolutamente traccia di quei documenti semplicemente perché in quel disco non c'erano mai stati. 

Si mise alla tastiera. Batté lentamente, ma senza errori, un breve testo che aveva concordato col committente. Nel piano originale la lettera doveva essere scritta di pugno dell'architetto, sotto la minaccia della pistola, ma sarebbe andata bene anche così, oggi nessuno più scrive a mano. Nella lettera si spiegavano i motivi del gesto con forti debiti di gioco e problemi di un ricatto sulla sua omosessualità coltivata in segreto, tutte cose costruite ad arte dai committenti e verificabili senza fatica.

Memorizzò il file e diede il comando di stampa. Una serie di “bip” isterici proveniente dalla stampante lo avvertì che non c'era carta. Ne trovò una risma nel ripiano sotto il tavolino, la mise nel vassoio inferiore della macchina e fu soddisfatto nel vedere che un foglio veniva risucchiato all'interno con un ronzio di rotelline, mentre la segnalazione da rossa diventava verde. 

Ora sarebbe bastato aspettare qualche secondo, prendere la lettera e metterla in bella evidenza sulla scrivania per definire perfetto il lavoro appena concluso.

 

Alle 23.20 Il sessanta per cento del territorio francese rimase privo di energia elettrica, e questo nonostante si fosse provveduto a interrompere le forniture di energia ai vicini italiani. Che si arrangiassero, avevano rinnegato l'energia nucleare e ora dovevano importare elettricità prodotta dalle centrali nucleari francesi. Ma in quel momento la Francia non poteva permettersi di esportare un solo kilowatt.

 

 

Alle 23:25 nell'ufficio dell'architetto la luce si spense.

Anche il computer si spense, facendo udire una specie di lamento in calando.

Come pure la stampante; tutto si spense nell'ufficio, nel palazzo, nel quartiere, nella città.

Mentre ogni altro dispositivo elettrico cessava di funzionare, decine di sirene d'allarme, alimentate a batteria, si misero a ululare tutte insieme, facendo sobbalzare 'o Puffo che aveva una particolare forma di avversione per ogni tipo d'allarme.

Nel buio assoluto, 'o Puffo rimase sconcertato per un istante, mentre il cuore accelerava di colpo il ritmo. Ma in pochi istanti l'uomo si riprese, frugò nella sacca, ne estrasse una torcia a batteria e l'accese. Si guardò intorno, andò alla finestra e vide che l'oscurità era totale, nelle strade intorno nemmeno un lampione rompeva quel buio insolito. Si trattava certamente di un black-out generale e la situazione era fuori dal suo controllo, concluse. Non c'era modo di sapere se l'energia elettrica sarebbe tornata dopo un minuto o un'ora o magari a giorno fatto. E lui non poteva certo attendere il giorno, e nemmeno un'ora.

Pazienza per la lettera, ragionò. L'aveva memorizzata prima di lanciare la stampa e

non sapeva se al ritorno della corrente sarebbe stata effettivamente stampata, ma era certo che gli esperti della polizia l'avrebbero almeno ritrovata nel computer, completa di data, ora e minuto, e avrebbero verificato la sfortunata coincidenza con il black-out. Badillo non avrebbe atteso il ritorno della corrente per uccidersi. Andava bene anche così, concluse 'o Puffo.

Facendosi luce con la torcia, uscì rapidamente e senza rumore da dove era entrato, nella stanza nulla avrebbe denunciato la sua presenza. 

Era stato un contratto facile, anche con un pizzico di fortuna che non guasta mai, si disse soddisfatto, mentre nel buio totale raggiungeva la sua automobile, parcheggiata a debita distanza dall'ufficio dell'architetto.

 

In Germania, Francia, Austria e Italia la maggior parte della popolazione si stava adattando alla situazione.

Molti semplicemente uscirono a guardare uno spettacolo che non vedevano da anni: un bel cielo stellato. Altri accesero luci di emergenza e cercarono di continuare ciò che stavano facendo prima. Altri ancora trovarono molto romantica la situazione e i risultati si sarebbero tradotti in un'impennata del grafico della natalità esattamente nove mesi dopo.

Dopo qualche ora l'energia fu ripristinata, in certe aree prima che in altre, ma entro le prime ore del mattino tutto riprese il ritmo solito, lasciando a giornali e commissioni di inchiesta le polemiche sull'accaduto e i proclami sulla necessità di impedire il ripetersi di simili eventi.

Nell'ufficio dell'architetto Badillo anche la stampante riprese il suo lavoro.

Se fosse stata abbastanza evoluta da provare sentimenti, si sarebbe detta soddisfatta. Aveva avuto alcuni contrattempi nello svolgere i suoi compiti, ma ora tutto si era sistemato. Prima si era dovuta fermare qualche tempo per l'esaurimento della carta. Poi qualcuno finalmente se n'era accorto e aveva posto una risma nel vassoio permettendole di proseguire.

Ma non aveva potuto farlo, le era venuta a mancare l'energia.

Infine ogni cosa era andata a posto: C'era carta in abbondanza, c'era energia, e lei aveva una buona memoria, capiente, resistente alla mancanza di tensione e indipendente da quella del computer.

Diligentemente, aveva estratto dai suoi circuiti e inviati alla stampa i dati del voluminoso documento che le era stato richiesto; in precedenza aveva potuto completarne solo una copia delle due che le erano state ordinate.

Infine, aveva stampato le poche righe ricevute dal PC appena prima dell'interruzione dell'energia.

Ora tutti quei fogli erano lì, uno sopra l'altro, ordinati nel suo cestello di uscita e pronti per essere letti da chiunque ne avesse interesse.

Paziente, la stampante smise di far lampeggiare la sua luce verde e si mise in attesa del prossimo lavoro da eseguire.

 

 

 

 
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