Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Poesie  Narrativa  Poesie in vernacolo  Narrativa in vernacolo  I maestri della poesia  Poesie di Natale  Racconti di Natale 

  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Lettera stizzita del nocciolo, di massimolegnani 15/03/2017
 

Lettera stizzita del nocciolo

di massimolegnani




Io, il nocciolo proprio non lo capisco. 
Intanto ha un tronco monco che subito si sparpaglia in mille rami, come fosse un cespuglio che ha preso troppe vitamine, peggio del Pd, che uno dice Renzi, il ceppo principale, ma poi si accorge di Bersani, la mucca in corridoio, di Baffino resuscitato come Lazzaro e anche di quello con la barba fitta che non so se è Emiliano o Pugliese ognuno un ramo come fossero altre piante, così uno finisce col confondersi e dare il voto all’altra parte, che almeno lì c’è un grillo solo, il tronco pigliatutto. Per forza perderemo le elezioni, con ‘sto cazzo di nocciolo! 
E poi il nocciolo col suo fare confuso, di riffa o di raffa, buttando un ramo qua ed allungandosi di là, in pochi anni è arrivato a sfiorare la finestra del mio regno, qui su in mansarda. E in estate senza scendere in giardino potrei mangiarmi le nocciole, se solo mi piacessero. Che pianta inutile, facesse fichi almeno! 
Ma quel che soprattutto mi disturba del nocciolo è che siamo a metà febbraio e lui è già da un po’ che ha messo fuori quelle specie di bargigli gialli, che il tacchino almeno ce li ha rossi e superbi come favoriti. Questi gli penzolano dai rami senza foglie come una tristezza senza requie, ondeggiano nel vento come tanti campanelli muti. Mi danno l’angoscia e penso ai Giapponesi, a quelle striscioline di carta che appendono ai rami spogli di qualche pianta sacra a ricordare i morti. O sono i Nepalesi? 
Amenti mi dice il testo di botanica, fiore maschile del nocciolo. Una schifezza dico io, che i fiori veri, sai quelli del ciliegio o del pesco che ti dicono è primavera meglio del calendario, i fiori veri il nocciolo non sa nemmeno cosa siano. Lui fa i bargigli e poi cosa ti dice? È metà febbraio, fa freddo e tutto va male. Grazie, lo sapevo da me, non c’era da scomodarsi tanto, poteva farne a meno che avrei pensato ai vivi e non ai morti. 

 
©2006 ArteInsieme, « 014125835 »