Una
nuova giornata
di
Carla De Angelis
Il
tram scendeva a volte veloce; più spesso però andava a
passo lento, pareva rispettasse i colori della sera che Roma
assorbiva in quel tratto che va da Piazza Venezia a Via del Velabro.
Le dieci ore passate in fabbrica sembravano lontane, come l’arroganza
del capo ufficio della fabbrica dove lavoravo a quel tempo.
Avevamo
una pausa di dieci minuti per la colazione, ma io non facevo mai in
tempo a magiare tutto, così quel giorno passò
porgendomi il cestino della carta perché sputassi ciò
che avevo in bocca. Ingoiai tutto senza masticare, mentre mi
scendevano le lacrime (di rabbia per l’ offesa? Non lo ricordo)
.
Guardavo
Roma che mi regalava quel tramonto, il tempo passava e non
distinguevo più i contorni che mi circondavano. Il buio ormai
era intenso, qualche lampione spandeva i suoi raggi , si avvicinava
il momento più magico, godevo dell’andatura del tram e
sentivo il fluire della sera, del ritorno a casa.
Iniziava
una nuova giornata.
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