La
sorpresa
di
Giovanna Giordani
La
mattina, generalmente, affronto la giornata con ottimismo. Così
questa mattina sono uscita sul poggiolo per respirare una boccata
d’aria fresca e scorgo qualcosa di “grigioscuro”
che proprio non dovrebbe esserci sulle piastrelle pulite. Guardo in
alto dove sotto il tetto c’è un nuovo nido. Un temuto
presentimento mi assale, ma “devo vedere” e punto lo
sguardo trovando purtroppo conferma ai miei sospetti: è un
piccolo uccellino i cui primi tentativi di volo non sono andati a
buon fine, complice probabilmente il temporale dei giorni scorsi.
Ahimè!
È
inevitabile quindi che mi scenda dentro un velo di tristezza. Ma mi
devo convincere che così è la vita…
Mentre
poi sto innaffiando le mie tenere piantine mi sento chiamare dalla
strada ciao signora ed ecco sopraggiungere l’africano
che viene a offrirci la merce che porta in giro in pesanti borsoni.
Questa
volta noto che, oltre al borsone malandato, ha in mano una bella
borsa di paglia dai colori sgargianti che mettono allegria. Appena
gli apro la porta mi allunga il braccio porgendomi la borsa dicendo:
è regalo per te, perché mi hai aiutato. E’
borsa per andare in spiaggia.
Si
chiama Derik. A casa nostra è venuto poche volte una delle
quali l’avevamo invitato a pranzare con noi. Ci ha raccontato
così delle difficoltà della vita nel suo paese e del
suo desiderio di trovare lavoro per dare una vita dignitosa alla sua
famiglia.
Naturalmente,
dopo avergli comprato qualche articolo della sua umile mercanzia,
gli abbiamo augurato ogni bene.
Ma
perché il mondo è così ingiusto? La domanda
sorge spontanea. Perché a chi troppo e a chi troppo poco?
Così
la giornata iniziata con una sorpresa “grigioscura” mi ha
regalato quest’altra coloratissima.
La
borsa di paglia dai colori sgargianti la uso poco per paura di
rovinarla. La custodisco con cura. Quando la guardo penso a quanto
sia grande e bello il sentimento della riconoscenza e come faccia
belle le persone che lo provano.
Derik
non è più venuto. Spero che abbia trovato un lavoro e
possa così aiutare la sua famiglia. Se lo merita proprio.
|