I
libri parlano?
di
Maria Carmen Lama
«Non
puoi finire mai di stupirti. Stai guardando gli scaffali della tua
biblioteca e non dirmi che quel che vedi possa lasciarti
indifferente. I libri sono ordinati per categorie, sono disposti in
modo che tu possa leggere autore e titolo sul dorso, coperti con
carta trasparente a questo scopo.
Ora
stai ascoltando un ronzio che ti sembra un po’ fastidioso?
Accostati al punto più vicino da dove ti sembra che il ronzio
provenga. Avrai da ascoltare una lamentela»
Possibile
che a parlare fosse un libro? Ylenia è rimasta molto
perplessa.
«I
libri parlano? Certo, raccontano le storie che leggiamo, ma ci dicono
anche altro?» pensava lei.
A
dire il vero, ricordava un’esperienza molto particolare di
molto tempo addietro, con il libro De profundis di Oscar Wilde: da un
posto in evidenza su una bacheca girevole di un’edicola l’aveva
chiamata, quasi gridando, e sentì dirgli chiaramente
“prendimi, prendimi!”.
Naturalmente
l’aveva acquistato e ne aveva avuto una soddisfazione al di là
di ogni aspettativa. Emozioni intense a non finire.
Intanto
il libro, dalla sua biblioteca, continuava: «Ci sei? Sei in
ascolto? Bene. Lo vedi questo posto vuoto vicino a me? Sento
disperatamente l’assenza di un mio caro amico divertente,
saggio e istruttivo.
Hai
conservato a lungo quel libro, l’hai letto più volte
perché raccontava una storia bellissima, di un albero e di una
nonna. Già la copertina era accattivante con quel simpatico
tronco circondato da sguardi attenti e curiosi e la chioma vasta, a
cupola, un po’ intricata, ma semplicemente bella. Dov’è
finito quel mio amico?
Perché
non lo riporti accanto a me, tu che sei molto ordinata e tieni tanto
ai libri, come fossero oggetti sacri?
È
troppo tempo che nessun altro mi fa compagnia come sapeva fare lui…»
Ricordando
che già un libro le aveva parlato, ha ascoltato con interesse
e partecipazione, mentre stava cercando un volume di storie per
bambini, la lamentela/richiesta da parte del libro accanto al quale
c’era effettivamente un posto lasciato vuoto.
Ha
ripensato a lungo quale libro mancasse e perché, (che fosse
soltanto fuori posto per qualche sua disattenzione, sempre
possibile..?) finché le è venuto in mente di averlo
regalato, ritenendo che potesse essere apprezzato come lei l’avevo
apprezzato. Mancava dal suo posto da circa dieci anni.
Era
un bel libro, un classico per bambini / ragazzi dai 9 ai 12 anni, che
amano la natura, le storie, e i libri.
Per
accontentare il suo amico, ha chiesto qualche giorno dopo alla
persona a cui l’aveva regalato se potesse farla risalire
all’autore e al titolo esatto per poterlo ricomperare e
risistemarlo nel posto lasciato vuoto.
Con
sommo dispiacere scopre che era stato eliminato, gettato in discarica
come un rifiuto. Non aveva preso nota del titolo a suo tempo e, pur
avendo letto il libro almeno due volte, il titolo non l’ha
tenuto neanche a mente.
Non
sapeva come fare a rispondere alla richiesta del libro amico
dell’assente. Pensava che internet potesse aiutarla a risolvere
il problema e ha digitato diverse parole-chiave: google si è
immediatamente attivato, ma il libro “ricercato” non si è
mai palesato. Latitante o Lacerato?
Poiché
la speranza è ostinata, e il tempo a volte molto generoso, ha
immaginato una risposta provvisoria da poter dare all’amico in
attesa… chissà!
È
ritornata a osservare i suoi “tesori” e si è
avvicinata dove era il posto vuoto con un magone che stava quasi per
far affiorare e ciò non le avrebbe certo permesso di ingannare
l’amico del libro mancante.
Ma
ha trattenuto il respiro, si è ricomposta e ha detto: «La
ricerca è attivata, il tuo amico si è presa una pausa,
se la prende comoda. Vedrai che quando si sarà stancato di
stare lontano da te, si farà vivo da solo e sarà
accolto con una festa speciale. E dopo non gli permetteremo più
di allontanarsi per nessuna ragione. Mai più.»
Ha
sentito un sospiro, che non ha saputo ben interpretare: sollievo o
disincanto?
Sapeva
comunque benissimo di aver mentito, ma non poteva rattristare
ulteriormente l’amico tanto premuroso. «Dopotutto - si è
detta - l’attesa, pur prolungata, lascia sempre uno spiraglio.
E non è detto che, anche per accidente, non possa tornarmi fra
le mani un libro gemello del perduto per sempre»
A
volte il caso gira al largo, o a vuoto, ma a volte anche ritorna.
Se
ciò accadesse, la festa sarebbe stata comunque speciale -
pensava Ylenia - ma con una nostalgia e una assenza che non si
sarebbero potute mai colmare.
Ha
dovuto poi, suo malgrado, prendere in mano un altro libro
(altrettanto bello di quello perso per sempre), La città della
gioia di Dominique Lapierre, e annotare sul finale che sostiene “Quel
che non è donato è perso” che invece “In
certi casi è esattamente il contrario: quel che è
donato è perso”.
Capita
quando si regalano ‘perle ai porci’ o ‘confetti
agli asini’ - da non fare mai - rifletteva tra sé -
secondo detti antichi che di solito sono pillole di saggezza e
occorrerebbe tenerne conto.
Bisogna
sempre togliere le maschere alle persone, prima di regalar loro
qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma soprattutto libri.
Se
non hanno il senso del sacro non sapranno mai apprezzare quel che
vale, abituati come sono al frivolo, all’inconsistente, al
niente.
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