Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Poesie  Narrativa  Poesie in vernacolo  Narrativa in vernacolo  I maestri della poesia  Poesie di Natale  Racconti di Natale 

  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Giovannone, di Remo Bassini 18/07/2007
 

Giovannone

di Remo Bassini

 

 

Era un solitario diverso. Sorrideva sempre. Ma metteva anche paura.
Due metri d'uomo, e di muscoli.
Più che sorridere dispensava ghigni benefici, da bestione qual era, annuendo. E tutti gli rispondevano allo stesso modo, annuendo.
Perché in fabbrica qualcuno aveva detto - e quel qualcuno era stato preso sul serio - che Giovannone bisognava lasciarlo in pace.
Se invece non lo si lascia in pace - aveva poi specificato quel qualcuno - Giovannone spacca tutto.
E' un diavolo.
Anche il suo caporeparto non gli diceva mai niente: del resto Giovannone lavorava come un mulo, arrivava mezz'ora in anticipo, e non si perdeva mai in chiacchiere di juventus e fighevarie.
Viveva in un piccolo paese e quelli del suo paese, in fabbrica, dicevano niente di lui.
Era il Giovannone e basta.
Senza moglie e figli. Senza vizi. Non fumava, non andava al bar, niente. Se andava a donne nessuno lo sapeva, se non gli funzionava era affar suo, che gli piacessero i maschi era escluso. Non era il tipo.
Guidava una vecchia fiat 127, la guidava bene e la teneva bene, sempre pulita. Al fiume però andava in bicicletta e, Giovannone, al fiume ci andava spesso, perché una cosa, almeno quello, di lui si sapeva: che gli piaceva pescare, pescava ogni domenica, pescava quando poteva e quando pescava si vedeva, dicevano i suoi compaesani, che si trasformava, ché oltre al ghigno benevolo Giovannone salutava pure.
“Giorno”.
Qualcuno, pare, andò di proposito a veder dove pescava; avrebbe sentito la sua voce, “giorno”, mai sentita, ché quando andava dal panettiere, per esempio, indicava il pane con testa. Senza dire. Ma salutando poi, all'uscita: con l'immancabile, rassicurante ghigno benefico.
Ma non gli si doveva rompere i cosiddetti.
Che poteva saperne di questa regola il nuovo guardiapesca, che veniva dalla città?
Al terzo quarto giorno di servizio si era imbattuto in Giovannone, che pescava, tranquillo. Il giovane guardapesca gli si avvicinò, domandogli di esibire la licenza.
Giovannone non l'aveva, non l'aveva mai avuta e non aveva intenzione di interessarsi per averne una. Non c'erano testimoni ma, sembra, che, non si sa come, fece di tutto per fare capire al giovane guardiapesca che era meglio che andasse da un'altra parte a scassare i marroni.
Non ci fu verso. Il giovane guardiapesca gli disse che avrebbe avuto guai, e che doveva multarlo.
Giovannone, tranquillo come sempre, del resto era tranquillo lui, fu avvistato verso l'ora di cena in paese. Tornava in bicicletta, fischiettando. Andò a casa, si preparò da mangiare, andò a dormire presto, perché avrebbe dovuto svegliasi alle 5 per il turno 6-14 in fabbrica.
Prima di andare in fabbrica, ma dopo aver bevuto il suo tazzone di latte e dato da mangiare al gatto, Giovannone, chissà in che modo, a qualcuno lo disse.
Era estate, quindi non furono riscontrati danni evidenti: ma il guardiapesca fu trovato legato a un albero, vicino al fiume. Legato e imbavagliato, da un fazzoletto lercio abbastanza.
Non aveva un graffio. S'era solo pisciato addosso, essendo sprovvisto di vescica di scorta.
Dormiva, e si spaventò quando lo svegliarono e lo liberarono dai lacci e dal bavaglio. In un primo momento vomitò spropositi e invocò vendette. Lo portarono in municipio. Dove ci fu adunanza. Sindaco e maresciallo dei carabinieri tentarono di rabbonirlo, ma invano.
Insisteva. Fu il vecchio prete a convincerlo. La prossima volta che ti lega magari non avvisa, ne è scomparsa di gente così, stupidamente.

 
©2006 ArteInsieme, « 014076182 »