Agostino
di
massimolegnani
Il
più giovane dei fratelli Salemi aveva un nome che gli sembrava una
beffa se considerava il proprio carattere non certo solare e la
propria mole poco adatta a quel diminutivo.
Sin
da bambino Agostino era corpulento e ombroso, quasi cupo, come certe
giornate di novembre dal sole incerto e dalle ombre troppo lunghe. Ma
era nato a metà agosto e ai genitori piacque dargli il nome del mese
dedicato al riposo e alle vacanze, avessero potuto l´avrebbero
chiamato Ferragostino.
Per
tradizione il compleanno veniva festeggiato a Milano Marittima dove
la famiglia un tempo passava le vacanze. Anche ora che i ragazzi
erano cresciuti e i genitori erano invecchiati si ritrovavano tutti
quanti lì per pochi giorni a ripetere l´antico rituale che
prevedeva la buttata in acqua di Agostino ancora vestito da parte dei
fratelli e culminava con i fuochi d´artificio in riva al mare per
la festività di metà mese, fuochi che da bambino aveva creduto
fossero dedicati a lui.
Agostino
non sapeva dire se odiasse più lo strepitio dei fuochi o quel tuffo
non voluto tra le onde. Il fatto è che lui odiava tutto dell´estate,
la riviera adriatica in particolare, il caldo, la noia, la gente e
quel mare piatto e sconfinato. Non gli era mai piaciuto nuotare,
ancora ricordava con disgusto il maestro di nuoto che lo costringeva
in acqua, lui che sgambettava infreddolito col terrore di annegare e
l´altro che rideva ai suoi capricci.
Ma
quest´anno Agostino ha deciso di rompere la consuetudine: ha
affittato una baita su in montagna per quei giorni cruciali e ha
mandato per tempo un messaggio a tutta la famiglia: se volete
raggiungermi qui al fresco vi offro un piatto di polenta e niente
fuochi. Ora è lì che si gode il fresco in solitudine,
aspettando senza ansia che qualcuno si faccia vivo.