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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Il girello, di Stefano Giannini 29/11/2007
 

IL  GIRELLO

di Stefano Giannini

 

 

L'indomani, martedì, sarebbe venuta la ditta di traslochi che avrebbe sgomberato la casa caricando sul camion tutto il vecchio mobilio e le suppellettili.

L'ultima inquilina l'aveva lasciata per sempre solo un mese prima per l'altra abitazione, quella definitiva.

Toccò a me, quale rappresentante degli eredi, mettere in vendita la casa dopo averla spogliata di tutto il vecchio mobilio, anche di un certo pregio e di tutte le cianfrusaglie ammassate nell'ampia soffitta.

Fu proprio dalla soffitta che iniziai il mio giro di esplorazione alla ricerca di qualche oggetto interessante da sottrarre al necessario repulisti generale.

Pacchi di settimanali, cassette colme di corrispondenza, un bauletto pieno di santini e cartoline di molte città italiane, tre apparecchi radio degli anni venti e tanti altri aggeggi non più in uso. In un angolo vecchie sedie impagliate accatastate alla meglio e, appeso a un gancio, un bellissimo girello di quelli atti per far muovere i primi passi ai bambini. I due cerchi: superiore e inferiore che lo compongono, in legno verniciato di rosso, in ferro battuto invece, i cinque supporti di sostegno ai quali sono fissati, alla base di ognuno di essi sono fissate 5 rotelle piroettanti.

Era senza dubbio un oggetto interessante sia per la fattura che per l'ottimo stato di conservazione. Lo rigirai in mano pensando a quanti bambini vi avevano mosso i primi passi, gioiosi e stupiti di poter andare liberi in giro per le stanze.

Me lo portai a casa con l'intento di ripulirlo e restaurarlo.

Il primo intervento fu quello di sverniciarlo per ritrovare il caldo colore del legno.

Appena iniziato a smerigliare i cerchi, notai che il legno era castagno.

Mentre raschiavo la vernice nella parte inferiore del cerchio più piccolo, quello superiore che sostiene il bambino, apparve  un segno rettangolare di 5 centimetri per 3. Pulendo più a fondo scoprii l'arcano: era un tassello di legno di colore più chiaro messo lì come ad incastro.

Ma perché e a quale scopo? Fu l'ovvia domanda che mi posi. Poi, spinto da un improvviso impulso, presi uno scalpello e feci leva sul tassello che e in breve si staccò cadendo a terra.

Fu grande lo stupore e l'emozione nel trovare all'interno del piccolo incavo un bigliettino di carta, più volte ripiegato, oggi si direbbe un “pizzino”, sotto il quale vi era anche una piccola moneta d'oro, poi accertato essere un carlino del Regno di Sicilia.

Nel biglietto, scritto in minuta grafia con inchiostro nero, era ben leggibile quanto segue:

 

 Questa profezia l'ho avuta in sogno da una sconosciuta figura femminile mentre lavoravo alla costruzione del girello: ” i numerosi infanti che muoveranno i primi passi entro questo girello, avranno una vita lunga e serena, vivranno oltre gli 80 anni. Uno di loro diverrà sacerdote. Colui che troverà il nascondiglio segreto, dovrà donare il carlino d'oro alla famiglia più povera e bisognosa del suo paese, altrimenti sette brutte disgrazie si abbatteranno su di lui”. 

 

Dopo aver superato l'impatto emotivo per questa inaspettata scoperta, iniziai delle ricerche che durarono più di un mese per scoprire chi poteva essere il falegname e in che anno avesse costruito il girello, oltre alle persone che nel tempo l'avevano usato nella loro infanzia.

Avviai l'accurata indagine con la consultazione degli archivi della parrocchia, dei documenti dei miei avi e infine con le interviste ai parenti più anziani.

Per primo scoprii quanto, in questi casi, la forza data dalla curiosità ti prenda e muova ogni tua azione nella ricerca spasmodica della scoperta di tutta la storia, in questo caso dell'oggetto. Gli speleologi, gli archeologi e tutti gli esploratori, immagino provino le stesse emozioni e sensazioni che mi pervasero in quei trenta giorni.

Il risultato della lunga ricerca fu sorprendente. Se ero stato scettico nel credere alla profezia scritta nel “pizzino”, ritenendola una burla dell'anonimo falegname, mi dovetti ricredere; ben 30 era stato il numero di bambini che nei circa 230 anni dalla sua costruzione avevano “girato” nel girello, dei quali 16 femmine, e ciò a partire dal mio trisavolo Giandomenico che aveva commissionato il girello nell'anno 1778.

Tutti erano deceduti oltre gli 80 anni, con due eccezioni: zia Santina e mio padre, entrambi scomparsi a 75 anni. Il bambino poi fattosi prete fu Francesco, parroco di Montepetra per ben 59 anni, deceduto nel 1956 a 83 anni.

Del falegname profeta, invece,  non ho trovato traccia.

La scoperta più coinvolgente ed enigmatica è stata questa : il trentesimo e ultimo bambino che ha sgambettato nel magico girello prima che fosse appeso al chiodo sono stato io, oggi settantenne. Se non rientrerò in un'altra eccezione della profezia, avrei ancora almeno 10 anni di vita (spero di più), prima di rinascere nell'Eden ove gironzolare beato entro un girello tutto doro.

Oggi il girello della longevità, fa bella mostra di se nel museo della civiltà contadina del mio paese ove è ben custodito, perché sono molte le neo mamme che vorrebbero portarselo a casa.

Il baiocco, cambiato in euro, è andato per lo scopo indicato nel “pizzino”; per ovvi motivi, non avrei mai rischiato di fare diversamente.

 

 

 

 

 

 
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