IL GIRELLO
di Stefano Giannini
L'indomani, martedì, sarebbe venuta
la ditta di traslochi che avrebbe sgomberato la casa caricando sul camion tutto
il vecchio mobilio e le suppellettili.
L'ultima inquilina l'aveva lasciata
per sempre solo un mese prima per l'altra abitazione,
quella definitiva.
Toccò a me, quale rappresentante
degli eredi, mettere in vendita la casa dopo averla spogliata di tutto il
vecchio mobilio, anche di un certo pregio e di tutte le cianfrusaglie ammassate
nell'ampia soffitta.
Fu proprio dalla soffitta che iniziai
il mio giro di esplorazione alla ricerca di qualche oggetto interessante da
sottrarre al necessario repulisti generale.
Pacchi di settimanali, cassette colme
di corrispondenza, un bauletto pieno di santini e cartoline di molte città
italiane, tre apparecchi radio degli anni venti e tanti altri aggeggi non più
in uso. In un angolo vecchie sedie impagliate accatastate alla
meglio e, appeso a un gancio, un bellissimo girello di quelli atti per
far muovere i primi passi ai bambini. I due cerchi: superiore e inferiore che
lo compongono, in legno verniciato di rosso, in ferro battuto invece, i cinque
supporti di sostegno ai quali sono fissati, alla base di ognuno di essi sono fissate 5 rotelle piroettanti.
Era senza dubbio un oggetto
interessante sia per la fattura che per l'ottimo stato di conservazione. Lo
rigirai in mano pensando a quanti bambini vi avevano mosso i primi passi,
gioiosi e stupiti di poter andare liberi in giro per le stanze.
Me lo portai a casa con l'intento di
ripulirlo e restaurarlo.
Il primo intervento fu quello di
sverniciarlo per ritrovare il caldo colore del legno.
Appena iniziato a smerigliare i
cerchi, notai che il legno era castagno.
Mentre raschiavo la vernice nella
parte inferiore del cerchio più piccolo, quello superiore che sostiene il
bambino, apparve un
segno rettangolare di 5
centimetri per 3. Pulendo più a fondo scoprii l'arcano:
era un tassello di legno di colore più chiaro messo lì come ad incastro.
Ma perché e a quale scopo? Fu l'ovvia
domanda che mi posi. Poi, spinto da un improvviso
impulso, presi uno scalpello e feci leva sul tassello che e in breve si staccò
cadendo a terra.
Fu grande lo stupore e l'emozione nel
trovare all'interno del piccolo incavo un bigliettino di
carta, più volte ripiegato, oggi si direbbe un “pizzino”,
sotto il quale vi era anche una piccola moneta d'oro, poi accertato essere un
carlino del Regno di Sicilia.
Nel biglietto, scritto in minuta
grafia con inchiostro nero, era ben leggibile quanto segue:
“ Questa
profezia l'ho avuta in sogno da una sconosciuta figura femminile
mentre lavoravo alla costruzione del girello: ” i numerosi infanti che
muoveranno i primi passi entro questo girello, avranno una vita lunga e serena,
vivranno oltre gli 80 anni. Uno di loro diverrà sacerdote. Colui che troverà il
nascondiglio segreto, dovrà donare il carlino d'oro alla
famiglia più povera e bisognosa del suo paese, altrimenti sette brutte
disgrazie si abbatteranno su di lui”.
Dopo aver superato l'impatto emotivo
per questa inaspettata scoperta, iniziai delle ricerche che durarono più di un
mese per scoprire chi poteva essere il falegname e in che anno avesse costruito
il girello, oltre alle persone che nel tempo l'avevano usato nella loro
infanzia.
Avviai l'accurata indagine con la
consultazione degli archivi della parrocchia, dei documenti dei miei avi e infine
con le interviste ai parenti più anziani.
Per primo scoprii quanto, in questi
casi, la forza data dalla curiosità ti prenda e muova
ogni tua azione nella ricerca spasmodica della scoperta di tutta la storia, in
questo caso dell'oggetto. Gli speleologi, gli archeologi e tutti gli
esploratori, immagino provino le stesse emozioni e sensazioni che mi pervasero
in quei trenta giorni.
Il risultato della lunga ricerca fu
sorprendente. Se ero stato scettico nel credere alla profezia scritta nel “pizzino”, ritenendola una burla dell'anonimo falegname, mi
dovetti ricredere; ben 30 era stato il numero di bambini che nei circa 230 anni
dalla sua costruzione avevano “girato” nel girello, dei quali 16 femmine, e ciò
a partire dal mio trisavolo Giandomenico che aveva commissionato il girello
nell'anno 1778.
Tutti erano deceduti oltre gli 80
anni, con due eccezioni: zia Santina e mio padre, entrambi scomparsi a 75 anni.
Il bambino poi fattosi prete fu Francesco, parroco di Montepetra
per ben 59 anni, deceduto nel 1956
a 83 anni.
Del falegname profeta, invece, non ho trovato
traccia.
La scoperta più coinvolgente ed
enigmatica è stata questa : il trentesimo e ultimo
bambino che ha sgambettato nel magico girello prima che fosse appeso al chiodo
sono stato io, oggi settantenne. Se non rientrerò in
un'altra eccezione della profezia, avrei ancora almeno 10 anni di vita (spero
di più), prima di rinascere nell'Eden ove gironzolare beato entro un girello
tutto doro.
Oggi il girello della longevità, fa
bella mostra di se nel museo della civiltà contadina del mio paese ove è ben
custodito, perché sono molte le neo mamme che
vorrebbero portarselo a casa.
Il baiocco, cambiato in euro, è
andato per lo scopo indicato nel “pizzino”; per ovvi
motivi, non avrei mai rischiato di fare diversamente.