Entrai
per caso in una sorta di negozio, uno di quelli che non esistono nella nostra
dimensione, uno di quelli che vendono stregonerie e
cianfrusaglie alchemiche.
Mi era
stata offerta una grande possibilità.
Avrei
potuto scegliere il modo in cui cambiare la mia vita.
Non
dovevo far altro che scegliere un dono, un potere, una capacità, una sola
scelta tra le migliaia di possibili offerte.
Non
saprei dire perché fui scelto proprio io: non ero né
migliore né peggiore della maggior parte delle persone.
Ero uno
come tutti gli altri, una persona comune, uno qualsiasi.
Per
qualche strano percorso del destino ero stato scelto e ora mi ritrovavo in
questa dimensione, prigioniero di un misterioso negoziante.
Stava al
banco, immobile.
Era alto,
tetro e scuro come la notte.
Un lungo
mantello lo copriva interamente.
Sembrava
etereo, privo di consistenza: un'entità di puro spirito.
Non
avevano consistenza le sue membra ed il suo volto era sprofondato nella
tenebra.
Ignoravo chi
fosse e seppi, nel momento in cui lo vidi, che da lui
non avrei ottenuto risposta alcuna ai miei dubbi e alle mie domande.
“Ti è
concessa una scelta” disse con voce di tenebra, una voce cavernosa e profonda,
come se provenisse da qualche buio anfratto della terra.
Era la
voce del tempo.
“Sono qui
racchiusi tutti i poteri del mondo, i poteri che ogni uomo desidera e sogna di
possedere. A te è concessa la scelta di un dono, uno soltanto.
La tua
decisione conferirà alla tua vita poteri straordinari: non sarai più lo stesso.
Scegli
bene, dunque: pagherai la tua scelta con la vita.
Scegli
con saggezza e poi torna da me!”
E mentre
parlava mi indicò l'immensità del luogo.
Era una
sorta di enorme biblioteca, straripante di scaffali e di scale. Era un luogo
immenso e ovunque trovavano posto delle strane boccette di vetro.
Osservai
per un istante, poi la voce parlò ancora: “Qui dentro non esiste il tempo.
Scegli con cura il dono che cambierà la tua vita.
Quando la
tua scelta sarà compiuta torna da me: ti conferirò il potere che desideri.
Solo
allora, solo dopo aver scelto una di queste sfere, potrai abbandonare questo
posto.
Non ti
sono concesse altre possibilità al di fuori di una scelta, di una soltanto.”
Iniziai a
muovermi in quella specie di negozio delle possibilità umane.
Mentre
avanzavo tra gli scaffali osservavo le sfere del potere, ognuna di forma
diversa, ognuna dotata di un nome.
Avevano tutte lo stesso colore, l'azzurro infinito e immobile del
mare: in questo modo nessuna appariva più invitante delle altre.
E
tuttavia, non appena ne presi una per osservarla da più vicino, il suo colore
iniziò a mutare: il contenuto dell'ampolla a forma di sfera prese a vorticare
come fosse un liquido che danzasse.
Si
formarono immagini nella mia mente, immagini di un me stesso molto ricco,
vestito in abiti pregiati, all'interno di una reggia dorata.
Le mie
ricchezze erano innumerevoli e il mio nome obbligava al rispetto.
Nulla
sembrava essermi negato e i miei possedimenti si estendevano in tutto il Paese.
Era un'immagine
di come sarebbe diventata la mia vita se avessi scelto quel dono chiamato
Ricchezza.
Proseguii
oltre, osservando le altre sfere.
Un'altra
delle innumerevoli possibili scelte che mi erano offerte iniziò a brillare di
un colore verde intenso mentre nella mia mente
andavano delineandosi immagini di immortalità.
La
promessa di una vita infinita, destinata a non concludersi, la possibilità di
veder cambiare i popoli, di osservare il mutamento del tempo fino alla fine dei
giorni, dei minuti e dei secondi. Quel dono, mi avrebbe portato infinite
possibilità e una conoscenza illimitata.
Eppure lo
scartai.
Un'altra
sfera divenne invece calda ed emetteva un'intensa luce rossa
mentre i miei occhi si perdevano nella possibilità di vivere abbandonato
a me stesso, indipendente da tutti,alla ricerca del piacere.
Immagini
di orge e di droghe, di eccessi e divertimento alla smodata ricerca del
piacere, senza tregua e senza fine, fino all'annullamento. Una variante della
precedente, insomma, una forma di immortalità votata unicamente al piacere.
La sfera
che esaminai immediatamente dopo, invece, aveva un colore viola.
Mi
promise una forza senza pari, una forza al di là delle capacità umane con cui
imporre la mia legge ed il mio volere. Sarei stato un giustiziere implacabile
devoto alla giustizia che avrebbe combattuto il male, condannando e
sconfiggendo tutti i criminali. Oppure, al contrario, avrei potuto imporre la
mia persona e vivere senza temere alcun pericolo: la mia forza mi poneva al di
sopra di ogni etica morale.
Continuai
per ore, osservando un'infinità di possibilità.
Ne trovai
di tutti i tipi: una sfera, per esempio, mi avrebbe concesso la libertà di
volare.
Un'altra,
di colore chiaro, mi avrebbe donato la telepatia, la possibilità di leggere nel
pensiero, in ogni anfratto della mente degli altri. Nessuno avrebbe più avuto
segreti, nessuno mi avrebbe più mentito. I pensieri degli altri ed i miei, si
sarebbero fusi fino a diventare indistinguibili.
Fu in quell'istante che decisi di proseguire oltre: scegliendo
quel dono, avrei perso me stesso.
Continuai
per ore, vagando in quel luogo assurdo, osservando gli innumerevoli doni
racchiusi all'interno delle sfere.
Alcune mi
avrebbero permesso di divenire invisibile, altre di cambiare il mio corpo, di
parlare con gli animali, di governare il tempo atmosferico…
Dopo
molto tempo, tornai dall'oscuro negoziante tenendo in mano il dono che mi ero
scelto.
Rimase ad
osservarmi per un istante.
La sfera
fluttuò dalle mia mani fino a posizionarsi davanti al
suo volto o meglio, al buio infinito in cui era situato il suo volto.
“E sia,
hai compiuto la tua scelta. Conferirò al tuo corpo il potere che tu hai scelto.
Pagherai con la tua vita la scelta che qui hai compiuto.”
Poi la
sfera divenne luminosa e accecante (e per un istante appena, ebbi come
l'impressione di intravedere il volto di quell'essere
misterioso mentre la luce che dalla sfera scaturiva
contrastava la tenebra del suo mantello) e la sua luce investì ogni cosa.
Così come
ero arrivato, allo stesso modo abbandonai quel luogo.
Uscii da
quel luogo colpevole di aver interferito con il destino: il mio codice genetico
era stato modificato, la mia vita era stata appena cambiata, la mia storia
sarebbe stata differente.
Forse,
avrei potuto scegliere diversamente.
La mia
vita, di certo, avrebbe preso un'altra direzione, per sempre condannata
all'esercizio del potere che mi ero scelto.
Credo che
in quel luogo non esistessero scelte giuste e scelte
sbagliate: semplicemente ero dinanzi alla possibilità di cambiare vita.
E così è
stato a seguito della mia scelta.
Scelsi
quella sfera chiamata dono.
Nelle mie
mani il potere di curare gli altri.
Nella mia
voce le parole in grado di sanare i cuori.
Nel mio
spirito la capacità di non restare indifferente ai problemi degli altri, lo
slancio a lottare per aiutare i bisognosi, la disponibilità ad amare e a donare
un sorriso a chi è solo.
Posso
curare le persone, nel corpo e nell'animo.
La mia
condanna è un necessario sacrificio di me stesso.
La mia
ricompensa è la gioia delle genti, il sorriso di chi riconverto alla vita, la
speranza che riesco ad infondere nei cuori.
Non lo so
se ho scelto bene, non lo so cosa sceglierei se nuovamente mi ritrovassi in
quel luogo inesistente, ma di sicuro so per certo che ora mi sento in pace con me
stesso.