Sto riscoprendo, di poesia in poesia,
questo grande autore che un po' mi ricorda Giovanni Pascoli, ma un Pascoli del
XX secolo, e quindi dotato di concretezza nel descrivere la malinconia che
sempre lo accompagnò dalla nascita alla morte.
Giace lassù
di Vincenzo Cardarelli
Giace lassù la mia infanzia.
Lassù in quella collina
ch'io riveggio di notte,
passando in ferrovia,
segnata di vive luci.
Odore di stoppie bruciate
m'investe alla stazione.
Antico e sparso odore
simile a molte voci che mi chiamino.
Ma il treno fugge. Io non so dove.
M'è compagno un amico
che non mi desta neppure.
Nessuno pensa o imagina
che cosa sia per me
questa materna terra che sorvolo
come un ignoto, come un traditore.
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