Attilio Bertolucci (San Prospero
Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è fautore di una poesia del
tutto personale che sommariamente si potrebbe definire un tentativo di
conciliare le poetiche dei crepuscolari e del Pascoli con una
espressività moderna, ben in alternativa all'ermetismo di Quasimodo e di
Montale. In buona sostanza può essere inserito in quella corrente poetica
propria di Penna, Caproni e Pasolini e definita più propriamente neorealistica.
Personalmente nella poesia di
Bertolucci non vedo un'aspirazione ermetica, bensì una straordinaria capacità
di sintesi armonica, come nella lirica che segue, breve, concisa, capace di
trasmettere con immediatezza al lettore le sensazioni provate dall'autore all'arrivo
dei primi freddi.
Vennero i freddi
di Attilio Bertolucci
Vennero i
freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.
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