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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera, di Publius Vergilius Maro 24/03/2013
 

La natura che rinasce è colta in modo mirabile da Publio Virgilio Marone, qui nella stupenda traduzione di Salvatore Quasimodo.

 

 

 

 

 

Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera

di Publius Vergilius Maro

 

 

Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera; a primavera

gonfia la terra avida di semi.

Allora il Cielo, padre onnipotente, scende

con piogge fertili nel grembo della consorte,

immenso si unisce all'immenso suo corpo,

accende ogni suo germe. Gli arbusti remoti risuonano

del canto degli uccelli, e gli armenti ricercano Venere,  

e i prati rinverdíscono alle miti aure di Zèfiro.

E i campi si aprono; si sparge il tenero umore;

ora al nuovo sole si affidano i germogli.

E il tralcio della vite non teme il levarsi degli austri

la pioggia sospinta per l'aria dai larghi aquiloni,

ma libera le gemme e spiega le sue foglie.

Giorni uguali e così luminosi credo brillarono

al sorgere del mondo; fu primavera, allora.

primavera passava per la terra. Ed Euro

trattenne il soffio gelido quando i primi

animali bevvero la luce, e la razza degli uomini

alzò il capo nei campi aspri, e le belve

furono spinte nelle foreste e le stelle nel cielo.

 

(traduzione di Salvatore Quasimodo)

Da Salvatore Quasimodo, il fiore delle Georgiche, Mondadori

 
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