È indubbio
che Percy Bysshe Shelley (4
agosto 1792 – 8 luglio 1822) sia stato un grande poeta romantico, anche se
forse è più noto per due circostanze che nulla hanno a che fare con la poesia.
Infatti, la sua seconda moglie fu Mary Wolstonecraft,
l'autrice del famosissimo romanzo Frankenstein, la cui idea nacque per
scommessa. Inoltre, le circostanze della sua morte, avvolta nel mistero,
rientrarono negli stilemi del romanticismo. Uscito in goletta l'imbarcazione
fece naufragio nel golfo di Lerici e il corpo del poeta fu rinvenuto a riva
solo dieci giorni dopo. Le sue spoglie riposano a Roma, nel cimitero
protestante. Panteista per natura, filosofia che si riflette nei suoi versi, fu
un cultore dei miti, e infatti non pochi furono i poemi che compose. I suoi
versi non sono né aulici, né spogli, in un equilibrio strutturale che se non fu
apprezzato dalla sua generazione successiva, poco a poco lo pose all'attenzione
dei letterati che giustamente finirono per attribuirgli quei meriti troppo a
lungo ignorati.
Il tempo passato
di Percy Bysshe Shelley
Come il fantasma d'un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella
notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un'ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C'è rimpianto, quasi rimorso, per
il tempo passato.
E' come il cadavere d'un bimbo molto
amato che il padre veglia, sinché
alla fine la bellezza è un
ricordo, lasciato cadere
dal tempo passato.