Vincenzo Cardarelli è uno dei miei
poeti preferiti ed è un grande della poesia, benché non venga mai valutato
abbastanza. Eppure, pur essendo meno famoso di Ungaretti, di Montale, di
Quasimodo, a mio modo di vedere ad essi non è inferiore per scioltezza dei
versi, per armonia strutturale, per la semplicità con cui tratta il tema, mai
banale, magari comune, ma approfondito e visto con una nota di malinconia di
chi sa che la vita è il prezzo da pagare per esser nati e per poi morire.
Estiva
di Vincenzo
Cardarelli
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell'albe senza rumore
ci si risveglia come in un acquario
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno.
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