Vincenzo Cardarelli rientra fra i miei poeti preferiti e mi spiace che
abbia avuto una vita sventurata, lui che avrebbe meritato bel altra sorte e
anche onore e gloria. Ciò che ci ha lasciato offre la misura delle sue eccelse
qualità, come la poesia che segue, in cui rivede, passando in treno, il suo
paesino natio in cima alla collina, avvertendo le emozioni della sua
giovinezza. Ma il treno corre, va, si allontana quella visione e Cardarelli
avverte la sensazione di essere diventato ormai un estraneo, o peggio ancora,
un traditore.
Paesaggio
notturno
di Vincenzo
Cardarelli
Giace lassù la mia infanzia.
Lassù in quella collina
ch'io riveggo di notte,
passando in ferrovia,
segnata di vive luci.
Odor di stoppie bruciate
m'investe alla stazione.
Antico e sparso odore
simile a molte voci che mi chiamino.
Ma il treno fugge. Io vo non so dove.
M'è compagno un amico
che non si desta neppure.
Nessuno pensa o immagina
che cosa sia per me
questa materna terra ch'io sorvolo
come un ignoto, come un traditore.
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