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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Fattoria in vendita, di Ferdinando Camon 03/10/2014
 

Ecco un'altra poesia di Ferdinando Camon che fa parte dell'e-book, edito da Garzanti Libri, intitolato Dal silenzio delle campagne.

In campagna ancora c'è chi crede agli spiriti, ma c'è anche una superstizione più celata, il senso di paura che si trasmette come un virus a chi sa che in un determinato posto c'è chi è morto ammazzato, come nella poesia che segue, in cui è evidente, come in altre sue del resto, il ricordo che Camon ha della spietata presenza tedesca nella sua terra nel corso della seconda guerra mondiale. Era un bambino all'epoca, ma l'aver visto tante uccisioni, fa sì che provi ancora, di quella lontana paura, un risentimento nei confronti di un popolo che si macchiò di tante infamie, prima fra tutte l'uccisione di milioni di ebrei.  

 

 

 

Fattoria in vendita

di Ferdinando Camon

 

 

Adesso i Burotani han traslocato.

Han messo in vendita la fattoria,

due milioni al metro quadrato.

Praticamente, la buttano via.

 

Vigneti di Gargànega e di Clinto,

sedici tonnellate di vino,

centoventi quintali

di cinquantino,

un recinto

di anatre e di oche, e sei maiali.

 

Ma nessuno che compri. Il potenziale

acquirente gira per il podere,

si fa portare da bere

l'acqua del pozzo,

la manda giù a stille

fermandola sulle tonsille

per sentire lo zuccherino, assaggia il vino,

va un attimo a informarsi dal vicino,

e vola via come se avesse le ale.

 

Sulla fattoria pesa una maledizione:

il vecchio Burotan da partigiano

si chiamava Tamburo, un fascista

l'ha scoperto anagrammando il nome,

 

son venuti in una quarantina,

lo hanno impiccato a una finestra

obbligando tutta la famiglia

a guardare, compresa la bambina.

Lui è morto gridando: «Gloria

a Dio e pace

agli uomini di buona volontà»:

non c'è un rigo nei libri di storia,

tutti dedicati alle città.

 

Siccome morendo ha scalciato contro il muro

della casa, la nipote

le son venuti gli incubi: di notte

si sveglia in sudore e domanda:

«Chi batte?».

 

Meglio andar via. Sono andati in città

a fare i benzinai.

Non han detto a nessuno del nonno 'picà,

perché non si sa mai.

 

Vorrebbero farsi largo,

comprare una pompa della Esso.

Della fattoria che vale un miliardo

chiedono la metà. Ma chi è quel fesso

 

che spende cinquecento milioni

per comprare un patibolo? Stai fresco

se aspetti gli italiani. Non sono minchioni.

Adesso che nasce l'Europa

puoi sperare in qualche tedesco

 

 
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