Continua la presentazione di poesie
ispirate dalla Grande Guerra, di cui, come noto, per l'italia
quest'anno ricorre il primo centenario di partecipazione a quel conflitto. Allo scopo utilizzo composizioni scritte da
tutti i belligeranti, come in questo caso: infatti l'autore, Sigfried Sassoon, è un inglese, nato a Mattfield l'9 settembre 1886 e morto a Heytesbury
l'1 settembre 1967. Benché volontario e successivamente eroe per le imprese compiute,
Sassoon diventò presto un pacifista, influenzando in
tal modo tutta la sua produzione, caratterizzata prevalentemente da toni
satirici nei confronti della guerra, come la lirica che segue, dotata do un'ironia
sottile e tipicamente anglosassone.
A
ogni ufficiale morto
di Sigfried Sassoon
Beh, come vanno le cose in Paradiso? Vorrei tu potessi
dirlo,
perché mi piacerebbe sapere che stai bene.
Dimmi, hai trovato la luce perpetua
o sei stato risucchiato dalla notte eterna?
Perché quando chiudo gli occhi mi si mostra chiaro il tuo
viso;
e ti sento fare certe vecchie bonarie osservazioni -
posso ricostruirti nella mia mente,
anche se te ne sei andato di pattuglia nel buio.
Odiavi il giro delle trincee; eri fiero
di nient'altro che di avere begli anni da passare;
desideravi tornare a casa, unirti alla folla noncurante
di gente che lavora in armonia, col Tempo come amico.
Tutto spazzato via, ora. Sei oltre il filo:
nessuna possibilità di strisciare indietro;
hai finito con il fuoco delle mitragliatrici -
abbattuto in un attacco fallito in partenza.
In qualche modo ho sempre pensato che ce l'avresti fatta,
eri così disperatamente attaccato alla vita:
hai fatto di tutto per cercare di salvare la pelle,
ben sapendo quanto il mondo aveva da dare.
Scherzavi sulle bombe, il solito discorso "di
lavoro",
eri attaccato al tuo mestiere sporco e lo facevi bene:
dicendo "Gesù Cristo! quando finirà?
tre anni... è l'inferno se non sfondiamo le loro
linee".
Quindi mentre mi dissero che ti hanno dato per morto
non volevo creder loro, ciò che sentivo doveva essere vero.
La settimana dopo il maledetto ruolo d'onore riportò
"ferito e disperso" (si fa così
quando i ragazzi sono lasciati a morire lentamente nei
crateri delle granate,
con nient'altro che il cielo vuoto e le ferite che fanno
male,
lamentando la sete finché sanno che è notte,
e quindi non vale più la pena di svegliarsi!)
Addio, vecchio mio! Ricordami a Dio,
e diGli che i nostri Politici
giurano
che non si arrenderanno finché il dominio prussiano
non sarà schiacciato dal tacco inglese... ti rendi conto?
Già... e la guerra non finirà per almeno due anni;
ma tanto abbiamo un sacco di uomini... Sono cieco di
lacrime,
guardando dritto nel buio. Addio!
Vorrei t'avessero ucciso in uno spettacolo dignitoso.