Non potevo dimenticare il mio amato Pascoli,
la sua graziosa armonia a raccontare della vita, come nella poesia che segue,
in cui, a fronte di una vecchia che nulla pių a da chiedere all'esistenza la
Morte stessa fa la sua scelta, lasciando vivere un bimbo.
La nonna
di Giovanni Pascoli
Tra tutti
quei riccioli al vento,
tra tutti quei biondi corimbi,
sembrava, quel capo d'argento,
dicesse col tremito, bimbi,
sė... piccoli, sė...
E i bimbi cercavano in festa,
talora, con grido giulivo,
le tremule mani e la testa
che avevano solo di vivo
quel povero sė.
Sė, solo; sė, sempre, dal canto
del fuoco, dall'umile trono;
sė, per ogni scoppio di pianto,
per ogni preghiera: perdono,
sė... voglio, sė... sė!
Sė, pure al lettino del bimbo
malato... La Morte guardava,
La Morte presente in un nimbo...
La tremula testa dell'ava
diceva sė! sė!
Sė, sempre; sė, solo; le notti
lunghissime, altissime! Nera
moveva, ai lamenti interrotti,
la Morte da un angolo... C'era
quel tremulo sė,
quel sė, presso il letto... E sė, prese
la nonna, la prese, lasciandole
vivere il bimbo. Si tese
quel capo in un brivido blando,
nell'ultimo sė.
Da I canti di
Castelvecchio