Emilio Praga (Goria, 18
dicembre 1839 – Milano, 26 dicembre 1875) nella sua breve esistenza fu un
autore eclettico, rientrando fra la sua produzione dei dipinti, una commedia, alcuni libretti per melodrammi,
un romanzo rimasto incompiuto a causa della sua morte (ma poi completato da un
altro autore) e soprattutto poesie. Dedito all'alcol e alle sostanze stupefacenti
impregnò parte delle sue opere del cosiddetto “maledettismo”, un modello di vita
il cui più noto esponente fu senza ombra di dubbio Baudelaire. In ogni caso, a
suo modo e per vocazione naturale, fu un verista, capace di rappresentare nei
suoi versi la realtà in modo impietoso, come nella poesia che segue.
Vecchierelli al sole
di Emilio Praga
Sulla porta
dell'ospizio,
dove usciste in lenta schiera,
che vi dice, o miei vecchietti,
questo sol di primavera?
Oh narrate di che palpiti,
tramontati i caldi affetti
frema ancor l'età senile
all'arrivo dell'aprile;
della speme tornan gli angeli,
o vi afferra il disinganno?
Dice il cor: siam vivi
ancora,
o vi dice : è l'ultim'anno ?
Quest'auretta carezzevole,
vecchierelli, vi innamora,
o vi strazia col pensiero
ch'ella è muta in cimitero?
Oh il gennaio malinconico
rammentate, quando il cielo
era bigio, e al letticciuolo
vi assalia la nebbia e il gelo!
Rammentatevi le lagrime
che spargeste in questo suolo;
e gli stenti, e glí sconforti,
e gli amici che son morti!
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