Siamo vicini al
4 novembre, giorno in cui si commemora la vittoria in una guerra che ci privò
della nostra migliore gioventù. Più che da festeggiare l'evento, si deve
coltivare la memoria, al fine di comprendere che non esistono guerre giuste o
ingiuste, esistono solo uomini contro uomini in una macabra rappresentazione di
grande macelleria. La poesia di Pezzani ha l'indubbio merito di porre l'accento
sui tanti caduti senza un perché.
Soldato
caduto
di Renzo Pezzani
Nessuno forse sa più
perché sei sepolto lassù
nel camposantino perduto
su l'Alpe, soldato caduto.
Nessuno sa più chi tu sia
soldato di fanteria,
coperto di erbe e di terra,
vestito del saio di guerra,
l'elmetto sulle ventitré
ed ora sei tutto di Dio.
Nessuno ricorda perché
posata la vanga, il badile,
portando a tracolla il fucile,
salivi sull'alpe, salivi,
cantavi e di piombo morivi,
ed altri moriron con te.
Ed ora sei tutto di Dio,
il sole, la pioggia, l'oblio
t'han tolto anche il nome d'infronte
non sei che una croce sul monte
che dura nei turbini tace
custode di gloria e di pace.
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