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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Trebbiatura, di Enrico Panzacchi 27/08/2016
 

Che immagini richiama l’estate? Il cielo sgombro di nubi, il sole splendente, dipende da ciò che più ci colpisce. Però è anche la stagione in cui il frumento matura e viene raccolto, poi i chicchi sono separati dallo stelo con la trebbiatrice. É una polvere d’oro che finisce sull’aia, nel caldo soffocante, è il frutto di tanto lavoro.













Trebbiatura

di Enrico Panzacchi





Meriggio. La macchina trebbia
ansando con rombo profondo.
Il grano, rigagnolo biondo,
già scorre. Nell'aria è una nebbia
sottile. Sogguarda per l'aia
il nonno, con faccia rubizza.
Nell'aria una rondine guizza
radendo la bassa grondaia.
E intanto, che ressa sul ponte
tra i mucchi di spighe e di paglia,
col sole che gli occhi abbarbaglia,
col sole che affuoca ogni fronte!
Le donne di rosse pezzuole
avvolgono le trecce sudanti.
Non s'odon né risa né canti.
Ma il nonno: «Su allegre, figliuole! ».


 
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