Tito
Marrone (Trapani, 9 marzo 1982 – Roma, 24 giugno 1967) rientra
fra quei poeti, meno noti, ma non meno bravi, e che pertanto sono
meritevoli di attenzione. Prendete la poesia che segue, misurata,
dolente nella figura del bimbo che lascia questo mondo; non c’è
enfasi, eppure riesce a essere struggente come poche altre.
Un
fanciullo
di
Tito Marrone
Tu
che mi guidi per mano
lungo
le gelide vie,
senza
parlarmi, straniero,
dove
mi porti? lo ti seguo
docile:
sono un fanciullo
docile.
Oh, portami al sole!
lo
non so stare nell' ombra
senza
la mamma vicina.
Quando,
la notte, dormivo,
io
non temevo di niente;
c'era
con me la mia mamma:
c'era
nell'ombra la luce.
Ora,
non so perché faccia
questo
infinito viaggio;
sono
stanchissimo: cade
sopra
il mio petto la testa.
Sembrami
che di lontano
vengano
voci infantili.
Per ch' io sorrida, mi porti
verso i
piacevoli giochi?
Vedo lontani fanciulli.
Sono
i miei piccoli amici? ..
C'è la mamma con loro?
..
Sono contento. Sorrido.
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