Nella seconda metą del XIX secolo Giosuč
Carducci rappresenta un poeta personaggio, non schivo come il Pascoli, ma
spesso in prima linea con idee, politiche, in contrasto con quelle imperanti e
anche fra di loro. Riuscģ tuttavia a mantenersi fedele
alla massoneria nel rispetto di una fede repubblicana e con un'impronta tipicamente
laicista della sua produzione poetica. Fu proprio l'iscrizione alla loggia che
gli permise di vivere a modo suo, senza contrasti con la monarchia, tanto che
divenne anche senatore, sostenendo la politica di Crispi,
di stampo chiaramente conservatore.
Tuttavia, per quanto Carducci risulti
soggetto a influssi anche contrastanti, non ci sono dubbi sul suo talento
poetico, piuttosto fecondo di opere, la cui notorietą andņ oltre i confini
nazionali.
La sua č una poesia che tocca diversi temi, fra cui l'amore, l'eroismo,
il paesaggio e la memoria. Il suo č un linguaggio aulico, ma non spinto all'estremo,
cosģ che rappresenta idealmente, per la letteratura italiana, la fase di
transizione fra il classicismo prima imperante e lo sperimentalismo del secolo
successivo.
Un chiaro esempio al riguardo č la poesia che segue:
Virgilio
di
Giosuč Carducci
Come, quando su' campi arsi la pia
Luna imminente il gelo estivo infonde,
Mormora al bianco lume il rio tra via
Riscintillando tra le brevi sponde;
E il secreto usignuolo entro le fronde
Empie il vasto seren di melodia,
Ascolta il viatore ed a le
bionde
Chiome che amņ ripensa, e il tempo oblia;
Ed orba madre, che doleasi in vano,
Da un avel gli occhi al ciel lucente gira
E in quel diffuso albor l'animo queta;
Ridono in tanto i monti e il mar lontano,
Tra i grandi arbor la fresca aura sospira:
Tale il tuo verso a me, divin poeta.
(da Juvenilia)