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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Alla mia nazione, di Pier Paolo Pasolini 28/06/2011
 

Poesia politica la sua? Forse, ma resta un fatto e cioè che quel che esprime è realtà, e questa non ha mai colore.

 

 

 

 

Alla mia nazione

di Pier Paolo Pasolini

 

 

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico

ma nazione vivente, ma nazione europea:

e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,

governanti impiegati di agrari, prefetti codini,

avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,

funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,

una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!

Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci

pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,

tra case coloniali scrostate ormai come chiese.

Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,

proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.

E solo perché sei cattolica, non puoi pensare

che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.

Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

 

 
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