Il punto della
propria esistenza, anzi dell'esistenza di ognuno di noi in questi versi di malinconica
consapevolezza.
Nell'imminenza
dei quarant'anni
di
Mario Luzi
Il pensiero m'insegue in questo borgo
cupo ove corre
un vento d'altipiano
e il tuffo
del rondone taglia il filo
sottile in
lontananza dei monti.
Sono tra poco quarant'anni d'ansia,
d'uggia,
d'ilarità improvvise, rapide
com'è rapida a
marzo la ventata
che sparge
luce e pioggia, son gli indugi,
lo strappo a
mani tese dai miei cari,
dai miei
luoghi, abitudini di anni
rotte a un
tratto che devo ora comprendere.
L'albero di dolore scuote i rami...
Si sollevano gli anni alle mie spalle
a sciami.
Non fu vano, è questa l'opera
che si compie
ciascuno e tutti insieme
i vivi i
morti, penetrare il mondo
opaco lungo vie
chiare e cunicoli
fitti
d'incontri effimeri e di perdite
o d'amore
in amore o in uno solo
di padre in figlio fino a che sia limpido.
E detto questo posso incamminarmi
spedito tra
l'eterna compresenza
del tutto nella vita nella morte,
sparire nella
polvere o nel fuoco
se il fuoco
oltre la fiamma dura ancora.