Un Ungaretti un po' diverso, in quell'afflato con la natura,
intriso di una rassegnata malinconia, sull'onda quasi del poetare pascoliano.
Volarono
di
Giuseppe Ungaretti
Di
sopra dune in branco pavoncelle
Volarono
e, quella sera, troppo vitrea,
Si
ruppe con metallici riflessi
A
lampi verdi, turchini , porporini.
Pavoncelle
calate qui ,
In
Sardegna svernato, l'altro giorno.
Le
odo, mentre camminano non viste,
Che,
frugando se capiti un lombrico,
Per
non smarrirsi, di già è buio, stridono.
Tornate
al nido, all'alba domattina.
Lo
troveranno vuoto,
E
la prima dozzina degli ovetti
Scovati
«< Zitti!» « Piano! »)
dai monelli.
Si porta in
bicicletta a Guglielmina,
È
Primavera.