L'intervista è a Massimo Fini. Di padre
toscano e di madre russa, nasce sul lago di Como il 19/11/1943. Dopo la laurea
in giurisprudenza e diversi lavori minori approda nel 1970 al giornalismo,
dapprima all'”Avanti”, poi al “Giorno”. Attualmente lavora per il “Giorno”, “Il
Gazzettino”, “La Nazione”
e “Il Resto del Carlino”. Ha pubblicato: ‘La Ragione aveva Torto?' (Camunia 1985, ripubblicato da Marsilio in edizione
tascabile nel 2004); ‘Elogio della guerra' (Mondadori 1989 e Marsilio 1999); ‘Il Conformista'
(Mondadori 1990); ‘Nerone, 2000 anni di calunnie' (Mondadori 1993); ‘Catilina, ritratto di un uomo in rivolta'
(Mondadori 1996); ‘Il denaro, "sterco del
demonio"' (Marsilio 1998); "Dizionario erotico, manuale contro la
donna a favore della femmina", (Marsilio 2000); “Nietzsche,
L'apolide dell'esistenza" (Marsilio 2002), "Il vizio oscuro
dell'Occidente" (Marsilio 2003) ; "Sudditi" (Marsilio 2004); “Il
ribelle dalla A alla Z” (Marsilio 2006).
Sito internet:
http://www.massimofini.it/
Perché scrivi?
Non lo so proprio.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Sì, per l'esattezza una
critica radicale al nostro modello di vita.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Indubbiamente, ma con
un'avvertenza: occorre il senso della misura, al fine di evitare che il troppo leggere finisca con il condizionare la creatività.
Che cosa leggi di solito?
Leggo prevalentemente
saggi storici e sociologici, e anche qualche romanzo.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Nel 1970, come
giornalista.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
Normali. Prima il mio
editore era Mondadori, ma quando questa azienda è
entrata a far parte del gruppo Berlusconi ho
preferito migrare e sono approdato alla Marsilio, una
casa editrice di medie dimensioni che lavora con passione.
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Al momento non saprei.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
No.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Uno solo: non frequentare
i corsi di scrittura.