Il
respiro della pietra
di
Antonio Messina
Il
Foglio Letterario Edizioni
Poesia
Pagg.
55
ISBN
9788876069093
Prezzo
Euro 8,00
QUARTA
DI COPERTINA
Il
respiro della pietra è
il respiro delle origini, delle radici, di una concretezza che rimane
sola certezza a fronte della solitudine a cui il rapporto con il
Tempo ci costringe: è l’odore delle cose familiari, dei
frammenti di vita vissuta, di una dimensione dove la felicità
era possibile e, soprattutto, era condivisa. Il respiro della pietra
è un richiamo alle priorità, a ciò che è
autentico, un recupero di emozioni e sentimenti che nella dimensione
presente non trovano spazio, non trovano misura: la misura
dell’appartenenza – così la definirei –
ossia del legame con la parte più profonda di sé. Chi
si racconta si affida al lettore: chi si svela toglie il mistero ad
un percorso in cui l’identità è un album di
fotografie a colori, lontano da artifici e da stereotipi; una forma
di nudità – oserei – che corrisponde fuori ad una
lunga ricerca interiore fatta di sofferenze, speranze, disillusioni,
attese e molto altro: io
sono un istante/uno spazio mancante (p. 27, INTERLUDIO)/un ritaglio
di un sogno, conclude
Messina, un frammento, una dimensione tanto minimale eppure tanto
importante, qualcosa capace di fare una differenza sostanziale.
Quarantacinque
testi per quarantacinque quadri, acquerelli su tela, pronti ad
evocare emozioni e a circoscrivere anni di vita tra sfumature,
numerosi toni di blu, qualche scia di giallo, interi versi tinti di
grigio, e qualche petalo rosso sparso qua e là.
PRESENTAZIONE
Una
poesia che si affida e che si fida del lettore. Una raccolta che
raccoglie esperienze vissute e sofferte, che pone la figura
dell’autore in dialogo con la memoria e con il presente, in un
recupero che è interiore prima ancora che fisico, dove il
ricordo prende forma per diventare altro, per staccarsi da un senso
di appartenenza che non è e non può essere solo di
Antonio. L’autore racconta di sé, semina briciole per
suturare le ferite di un percorso ancora in divenire, costruisce
ponti tra ricordi giovanili e miti -forse ideali- infranti.
L’emozione,
tutta l’emozione, non spegne la consapevolezza che se nulla è
come sembra, l’inganno dell’apparenza serve a percorrere
fino alla fine il viaggio, pagare dazio per alti ideali, grandi
aspettative, pur accettandone le conseguenze negative.
Un
libro per tutti coloro che sanno ritagliare uno spazio ‘privato’
alla poesia, per chi le concede quasi una dimensione affettiva, quasi
un tentativo di ritagliarsi una dimensione catartica dalle nostalgie,
dalle ingiustizie dell’esistenza.
Non
mi stupirei se questa prima raccolta avesse già gemmato una
seconda puntata, un nuovo approdo, l’inizio di una nuova
ricerca…non mi stupirei se questo odierno Ulisse volesse
cercare, nonostante tutto, una nuova Itaca.
Ilaria
Dazzi
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