Polonaise
di
Paul
van Ostaijen
Cura
e traduzione dal neerlandese di Giorgio Faggin
Edizioni
Joker
Poesia
Pagg.
112
ISBN
978887536482-3
Prezzo
Euro 16,00
L’anversese
Paul van Ostaijen (1896-1928) ci ha lasciato tre libri di
poesie: Music-Hall (1916), Het
sienjaal (Il
segnale, 1918) e Bezette
stad (Città
occupata, 1921), ma le sue cose più felici sono le liriche
successive, pubblicate postume lo stesso anno della morte
in Gedichten.
Non esente da un fascinoso dandysmo, Van Ostaijen è stato il
maggiore esponente neerlandese della poesia e della prosa
espressionista e dadaista, e ha un suo autorevole posto anche nel
variegato mondo dell’avanguardismo letterario europeo del suo
tempo.
Canzone
per me stesso
Signore,
la mia barca è in mare.
Non ti domando la calma delle
onde;
chi si lamenta non porta con sé
un pantano che
infine lo ricopre?
La
mia barca non rimarrà in rada
ad ascoltare la nenia del
flusso e del riflusso
sotto la triste pioggia vittoriosa, sotto
il pacifico sole:
la mia barca deve affrontare le tempeste del
mare.
Ho
fiducia nella barca ma le onde continuano a salire,
già
sovrastano la prua, già sormontano la poppa.
Al ritorno
della bonaccia, il relitto della mia barca
finirà sulla
rada?
Con
la mia barca devo entrare in mare.
Se troverò il ricco
porto, nessuno sa; neppure le stelle.
Ma le onde non cessano di
cantare: vieni con noi, con noi!
È la voce ammaliante di
Loreley?
Sono
un ragazzo ardito che nulla sa della linea
che separa la vita
dalla morte.
Può, Signore, una barca perire
con solo
il peso leggero della mia anima azzurra?
Ma
se dovesse perire, Signore,
sarei forse peccatore?
No…
no… Tutto mi canta: vieni anche tu in mare,
sulle onde di
Cristo, sulle onde di Loreley.
*
* *
Disgrazia
Calda
e fumosa stalla
il signor libero docente K.
venuto da
Breslavia ai freschi estivi
vuol vedere se mediante una lente
convergente
riesce ad accendere il suo sigaro Uebersee Bismarck
A
due metri dalla vetta
il suo cilindro è caduto nel
burrone
indumento importante indispensabile per un libero
docente
il signor K. lo sa bene
cerca di afferrare la tuba
mentre sta scendendo
e precipita anche lui
dietro al suo
cilindro
è diversa la resistenza dell’aria
così
il signor K. arriva in fondo al burrone
nello stesso tempo della
tuba
incolume la tuba
il libero docente riposa in pace
La
bara del povero alpinista viene decorata
con edelweiss
il
pesante velo funebre della moglie
viene risucchiato da un treno
rapido
insieme con l’inconsolabile Superstite
Tragedia
alpina i quotidiani
*
* *
De
profundis
Noi
siamo la gente sconfitta
del sud delle terre basse sul mare
Il
mare non è stato buono con noi
benchè le sue acque
salate accarezzino
il nostro lito amaro
Talvolta sono buoni
con noi una pianta
e degli animali
Intendo dire i cavalli
e
i cani da pastore di Mechelen e Groenendaal
che oltre ai pittori
portano la fama della Fiandra
al di là delle
frontiere
Essi vedono in noi dei compagni
nella piena
misura
delle busse subìte
Gli occhi dei cavalli la
cui intensità
storna il pensiero del dolore
vedono
la stella
che non ci accompagna
Attorno ai gerani che sulle
finestre delle nostre fattorie
invocano Dio con voce di lacca
rossa
palpita il silenzio e la fissità
Paul
van Ostaijen
(Anversa 1896 – Miavoye-Anthée, Namur, 1928) fu uno
scrittore belga di lingua neerlandese. Attento agli sviluppi
dell’avanguardia europea, esordì come poeta con la
raccolta Music-Hall (1916),
caratterizzata da un impegno formale che subito lo collocò tra
i maggiori esponenti della nuova lirica fiamminga; nel volume
successivo, Il
segnale (1918),
elaborò, sulla scia degli espressionisti tedeschi, una forte
tematica sociale, per poi volgersi decisamente, con Città
occupata (1921),
ai modi del dadaismo. Notevoli anche le sue brevi prose narrative in
chiave grottesca.
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