Intervista
di Gordiano Lupi a Gianfranco Nerozzi, autore del
romanzo il Cerchio muto, edito da Nord (Pagg. 584 – ISBN 9788842915614 - €
18,60)
Abbiamo avvicinato Nerozzi per rivolgere qualche domanda.
- Non è una
scelta controcorrente essere scrittori horror in Italia?
Oh ma io non sono mica un autore horror.
Io scrivo romanzi d'amore. Sembrerebbe una battuta, detta da me… Invece non del
tutto. Perché penso che alla base di una qualsiasi ispirazione artistica, in
fondo ci debba sempre essere una forma passionale, un mix d'affetto e
carnalità. Sangue che pulsa, odori e sapori. Forse la risposta alla tua domanda
è: che la scelta di essere scrittori, scrittori veri, di per sé implica
l'andare controcorrente. Che se no cosa serve? Risalire un corso d'acqua,
spingere contro flutti contrari, anche a rischio di essere divorati da qualche
fottuto orso che ti scambia per un salmone. Dirigersi verso qualcosa di
determinante, spaccandosi i muscoli. È proprio quel viaggio lì, quella fatica,
quel pericolo, che rende tutto quanto degno di essere vissuto. Rivoluzione e
redenzione. Controcorrente dentro e fuori dal cerchio, la fuga dalla gabbia
della normalità che cerca di tenerci stretti, nel flusso facile dell'acqua che
scorre senza rumore.
- Sei un narratore di genere che vuol
far arrivare dei messaggi al lettore oppure le tue storie sono narrazione pura?
Le mie storie sono di certo pure, e
proprio per quello lanciano messaggi. Per forza di cose. La scrittura, così
come tutte le forme d'arte, ha ragione di esistere nella condivisione delle
cose che ci ossessionano. Oltre all'amore, di cui dicevo
prima, c'è sempre la paura: che si può considerare, lo dico spesso: la madre di
tutte le emozioni. Quando siamo molto spaventati, i sensi sono più
attivi, tutti quanti… soprattutto il sesto. Per arrivare a un compromesso
accettabile fra il nostro batticuore e il desiderio di essere felici, occorre
trovare delle risposte. Così il messaggio diventa inevitabile. Dopodiché gli
scrittori (veri e puri) lo mettono in una bottiglia e lo affidiamo al torrente
che scorre, perché risalga faticosamente e dolorosamente verso gli orsi
cattivi. La speranza è che giunga in cima alla montagna alla faccia di tutte le
controcorrenti del mondo.
- Il tuo ultimo libro è anche uno
spettacolo. Parlacene.
Io ho sempre eseguito dei reading musicali per presentare i miei romanzi. Concerti di
parole, li definisco: performance legate alle colonne sonore che metto sempre
in ogni libro, retaggio del mio passato di musicista… In occasione della
pubblicazione del Cerchio muto, ho voluto spingermi oltre. Un reading live vero e proprio (Redivivo mi piacerebbe
chiamarlo…) dove diverse forme artistiche tradurranno e celebreranno parti del
romanzo. L'idea è quella di destrutturalizzare la
storia e interpretarla di nuovo. Così ci sarà un gruppo di musicisti: I Propexy, che interpreteranno i Mastema
(il gruppo musicale fantasma che vive sempre nei miei libri). Poi ci sarà una
cantante lirica: Katia Natalini. Le coreografie della
scuola di ballo di Annadora Scalone. Gli attori del
Teatro presenza con la direzione di Graziano Ferrari. Le immagini della regista
Valentina Bertani. E dulcis in fundo: le scenografie
della scuola Perlarte di Roberta Denti. Dati i temi
trattati nel romanzo e conseguentemente anche nello spettacolo, mi piacerebbe
coinvolgere Licei e Università, per arrivare ai giovani, e di conseguenza anche
ai non giovani… A tutti. Insomma, ci sarà da divertirsi.
- L'Editrice Nord è un bel punto di
arrivo. Mi pare che raramente pubblica autori italiani.
Buon segno?
Potrebbe essere un buon segno.
Soprattutto se Il Cerchio muto avrà il successo che sperano (che speriamo,
eh!). Dato il momento, però… Con tutti questi segni di catastrofi incombenti e
disastri finanziari e non, con la fottuta e celebratissima crisi economica e il
crollo del valori. L'unico segno che ci rimane da
fare… è quello della croce. Ma sempre comunque protesi nella corrente, dentro e
fuori dal cerchio. In fuga dal silenzio.
Ringraziamo Gianfranco
Nerozzi e auguriamo al suo nuovo romanzo il successo
che merita.
Gordiano Lupi