Viaggio
all'alba del millennio
Incontro
con Massimo Maugeri
Gruppo
Perdisa Editore
Collana
Corsari
Pagg.
208, € 15,00
di
Salvo Zappulla
Mentre
leggevo questi racconti di Massimo Maugeri mi tornava alla mente il suo volto
pulito, quel velo di timidezza che non lo abbandona mai, la sua pacatezza, i
modi e i toni che non vanno mai sopra le righe. E mi chiedevo: come è possibile
che un tipo del genere possa scrivere questi racconti? Come è possibile che
possa tirare fuori dalla sua solarità storie che sono puro magma
incandescente? Quest'uomo nasconde un demone dentro di sé. In verità qualche
sentore lo avevo avuto leggendo Idendità
distorte, il suo romanzo d'esordio, un thriller che si proiettava
nel fantastico, e anche lì Maugeri giocava con il doppio, con le infinite
sfaccettature dell'animo umano. In questo libro di racconti i
personaggi che inventa sono vere e proprie maschere grottesche. Teatranti in festa con la morte nel cuore.
Tutti insieme formano un urlo, un unico cosmico urlo di naufragata umanità. Coinvolgono
il lettore nei loro interrogativi, lo rendono parte integrante dei loro tic
nervosi, le ansie, le nevrosi. Tutti insieme dentro un
mondo che traballa come la ruota del Luna Park e rischia di schiantarsi al
suolo. Sfrattati all'interno del nostro corpo, ecco il messaggio che Massimo
intende lanciarci. Nulla in questa vita si può considerare assodato, non
esistono certezze o conti in banca che ci mettono al riparo dalla nostra
condizione di precarietà. Leggendo Maugeri mi viene spontaneo
citare Pirandello: Ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte,
forse una piccolissima parte di quello che noi siamo. E tante e tante cose, in
certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni,
ragionamenti, stati di coscienza che son veramente oltre i limiti relativi
della nostra esistenza normale e cosciente.
La realtà di Maugeri si deforma, si amplifica, rimbomba dentro
le orecchie, assume ora i contorni del dramma, ora quelli della commedia. Così
può accadere che un abito nuziale, a causa di un'insignificante macchia,
diventi paradigma di una drammatica farsa. O ancora che una lettera
sgrammaticata diventi una straordinaria chiave di lettura, una presa di coscienza
sulla solitudine, sulla disperazione, sul baratro che può aprirsi da un momento
all'atro sotto i piedi di ognuno di noi.
Massimo Maugeri, catanese, collabora con molti
magazine e quotidiani. Ha scritto: Identità distorte (Prova d'Autore,
2005; premio Martoglio), Letteratitudine, il libro
(Azimut, 2008) e, insieme a Simona Lo Iacono,
La coda di
pesce che inseguiva l'amore (Sampognaro & Pupi, 2010).
Ha curato Roma per le strade
(Azimut, 2009).
Ha ideato e gestisce il sito Letteratitudine
Intervista
a Massimo Maugeri
Massimo Maugeri giornalista, intrattenitore, moderatore di
un blog che riscuote grande successo, scrittore. “Uno, nessuno, centomila”,
come il personaggio di Pirandello. Ormai sei una star, nel mondo letterario ti
conoscono tutti. Ma io non ti conosco e te lo chiedo: Chi è Massimo Maugeri e
cosa vuole dalla vita?
Non credo di essere una star, ma
grazie per le belle parole. In verità la domanda “chi sono io?” è centrale
rispetto ai miei scritti. Mica facile trovare una risposta. Ma al di là delle
battute, e per quel che riguarda la letteratura, posso dirti che mi considero
innanzitutto un lettore forte che ha la possibilità – in un modo o nell'altro –
di occuparsi di libri coinvolgendo altre persone. Da questo punto di vista sono
molto grato a “Letteratitudine” per
le opportunità che mi ha dato. Ciò premesso, mi piacerebbe poter continuare a
scrivere e avere - a mia volta - la possibilità di essere letto. Del resto la
mia attività di scrittura è preesistente alla nascita del blog. Ecco: per
quanto riguarda la letteratura e i libri, chiedo alla vita la possibilità di
poter continuare a fare ciò che sto già facendo.
Questo tuo libro, a mio parere, ha influssi pirandelliani. I tuoi
personaggi mi sembrano esseri inafferrabili, quando sembra di averli compresi
ti sfuggono inesorabilmente.
È vero. Molti di questi personaggi indossano maschere. In
tal senso possono essere considerati “pirandelliani”. E sono sfuggenti, sì...
ma nella maggior parte dei casi sfuggono a loro stessi. Sono personaggi creati
per mettere in luce alcune delle ansie e delle contraddizioni di questo nostro
inizio di millennio. Da questo punto di vista compiono tutti un viaggio: in
senso letterale e in senso metaforico. Un viaggio fuori e dentro se stessi. Il
personaggio del primo racconto (“Viaggio all'alba del millennio”, che dà il
titolo al libro) è ossessionato dagli attentati kamikaze messi in atto dal
terrorismo internazionale; quando sale in aereo crede di aver individuato un
potenziale kamikaze, ma alla fine rimarrà vittima della propria ansia. Poi c'è
il viaggio della speranza di un gruppo di migranti provenienti dall'Africa, su
uno di quei barconi stracolmi di persone che molto spesso siamo abituati a vedere
in prossimità di Lampedusa. C'è un viaggio all'interno della città di Catania.
Un viaggio nella vita di una omicida che scrive una
lettera disperata e grottesca al commissario di polizia che l'ha arrestata. Trasversalmente
a questi viaggi aleggiano le difficoltà di comunicazione con cui facciamo
quotidianamente i conti: tra madre e figlio, per esempio; o tra nonna e nipote;
tra una giovane sposa e i suoi genitori; tra due individui “diversamente
razzisti”. E ancora… l'inquietudine di un magistrato che si ritrova invischiato
nelle chat erotiche, la schizofrenia di un avvocato che ha subìto un grosso
trauma, l'itinerario onirico di un giovane in coma. Sono tutti aspetti di
viaggi inconsapevoli intrapresi senza conoscere bene l'itinerario.
Letteratitudine, un luogo d'incontro virtuale, un
luogo di rara bellezza, una tua creatura. Mi piace ricordare che nel tuo blog
sono intervenuti a presentare i loro libri scrittori del calibro di Dacia
Maraini, Michela Murgia, Paolo Di Stefano, Rita
Charbonnier, Roberto Alajmo. Qual è oggi la cosa che più ti
riempie d'orgoglio?
Aver creato un luogo dove è possibile discutere di
letteratura, di libri (e dei temi a essi legati) in maniera serena e
coinvolgendo tantissime persone (e addetti ai lavori) al di là delle possibili
barriere di spazio e di tempo. Aver fatto di questo blog un progetto condiviso.
E quella che più ti ha amareggiato?
Non credo di essermi mai sentito amareggiato...
anche se ogni tanto, soprattutto negli anni passati, ho dovuto faticare
un po' per far comprendere la necessità assoluta del rispetto altrui e delle
altrui opinioni, preservando i dibattiti dal rischio di scivolare in inutili
risse telematiche. Certo, l'impegno quotidiano con il blog ha comportato una
riduzione del tempo che potevo dedicare alla mia scrittura. Ma sono felice di
averlo fatto. E continuerò a farlo. Animato dallo stesso spirito di
condivisione che ha caratterizzato le origini e la crescita di “Letteratitudine”.
In “Viaggio all'alba del millennio” ho trovato una
notevole capacità visionaria ma anche tanti temi sociali di scottante
attualità, quali il dramma dei clandestini che sbarcano in Italia, il razzismo,
le prevaricazioni. Cosa possiamo fare per rendere migliore il nostro viaggio in
questa terra e la società in cui viviamo?
Bella domanda. Difficile rispondere. Nel libro mi guardo
bene dal fornire ricette. Sono sempre stato convinto del fatto che la
letteratura debba porre domande, non dare risposte. Però c'è una citazione di
Calvino, tratta da “Le città invisibili” a cui tengo molto e che attraversa
trasversalmente tutti i racconti. Viene riportata per intero nel racconto
finale. Dice così: “L'inferno dei viventi non è qualcosa che
sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui; l'inferno che abitiamo tutti i
giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono
per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e
diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il
secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e
saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo
durare, e dargli spazio”.
Forse la parte finale di questa citazione di Calvino
contiene, implicitamente, la risposta alla tua domanda.