Haikugrafia
– Roberta Placida – Daimon – Pagg. 48
– ISBN 9788894366549 – Euro 10,00
Poesia
tra immagini e versi
Versi
che si fanno immagini o immagini che si fanno versi? È questa
la domanda che, spontanea, nasce mentre si sfogliano (e si leggono)
le pagine di “Haikugrafia”, titolo che già
anticipa l'essenza della raccolta che lo porta.
Pubblicata un
anno fa dalla casa editrice aquilana Daimon Edizioni, la silloge si
presenta in un formato che ricorda forse quello di un catalogo
artistico e, proprio con l'arte (di parole e di immagini) il lettore
si rende ben presto conto di avere a che fare. L'autrice, Roberta
Placida, si rivela, non a caso, non soltanto fine poetessa, ma anche
straordinaria fotografa: se i suoi haiku parlano al cuore, non meno
eloquenti risultano gli scatti che, uno dopo l'altro, si sussegono in
un turbinio di colori ed emozioni intrecciati alla seducente bellezza
di versi che si accompagnano perfettamente alle singole fotografie
proposte. In verità, la stessa immagine di copertina è
un'opera d'arte che ipnotizza lo sguardo evocando, nel contempo, una
poesia capace di andare al di là delle parole stesse, così
come accade contemplando tutte le altre racchiuse, al pari di tanti
gioielli, nello scrigno di questa raccolta.
“Nel
vento grigio/ dello sbiadito autunno/ dicesti addio”
“Crepe
d'arsura/ attende la terra la/ pioggia di vita”
“Acqua
che sale/ nel vento si confonde/ voce del tempo”
Venticinque
componimenti, questi della Placida, che, attraverso una manciata di
sillabe secondo i canoni dell'antica tradizione poetica giapponese,
raccontano un doloroso addio nascosto nei sussurri del vento, nelle
carezze di luce del tramonto o tra la vita che, nonostante tutto,
germoglia, sullo sfondo di stagioni che si tingono delle sfumature –
ora più chiare, ora più scure – dell'anima lungo
un viaggio senza luogo né tempo. Non si può che
concordare con Ilio Leonio, quando nella sua bella prefazione
sottolinea che le immagini “rappresentano una sorta di mappa
cromatica del sogno, dell'illusione, della speranza, della gioia, del
dolore”, dove la contemplazione meditativa della realtà
circostante prevale sulla rappresentazione descrittiva. Del resto, se
è vero che la poesia haiku ritrae la realtà come in un
dipinto, secondo quanto affermava il grande maestro giapponese
Masaoka Shiki (1867-1902), è altrettanto vero che essa, come
scriveva Roland Barthes, noto saggista e critico letterario francese
del secolo scorso, non descrive, ma si limita a fissare
un'apparizione, l'intensità di un attimo d'introspezione; ed è
così che l'autrice, nella sua attenta veste di haijin,
dimostra di saper cogliere il senso della natura attorno a sé
attraverso una profonda riflessione che si traduce, pertanto, in un
linguaggio verbale di grande impatto.
Un libro da leggere e
rileggere per la bellezza dei suoi versi, nonché da sfogliare
più volte per godere di quella dei suoi colori, all'insegna
del felice connubio di scrittura e immagine. Una lettura preziosa
che, rubando le parole di Antonio Iannucci che ha firmato la
postfazione al libro, “arricchisce gli occhi e lo
spirito”.
Nativa della provincia romana e residente in
Abruzzo, Roberta Placida insegna lettere in un liceo e si dedica alla
scrittura poetica partecipando a diversi concorsi letterari, nel cui
ambito ha già ottenuto importanti riconoscimenti. È
altresì appassionata di fotografia e le immagini contenute
nella presente pubblicazione danno prova del suo notevole talento
artistico. Ad “Haikugrafia” ha fatto seguito la silloge
poetica “Animae fragmenta” (Pegasus Edition), edita
anch'essa nel 2019.
Laura
Vargiu
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