I
poeti del sogno. Piccola antologia – AA.VV. -
Inschibboleth – Pagg. 128 – ISBN 9788855291149
– Euro 12,00
Il
libro si apre con una breve ma significativa presentazione di Antonio
Fiori che
in modo garbato ci spinge alla lettura dei testi, in prosa e in
versi, che vanno a formare la sua Piccola Antologia.
Sono dodici
i poeti da lui scelti, alcuni molto lontani da noi per nascita, ma
non certamente per i loro scritti ancora oggi molto attuali. Ognuno
di loro, nel corso della vita, ha fatto un sogno, uno strano sogno,
all’interno del quale un interlocutore gli si rivolge in una
lingua assolutamente incomprensibile. Ed ecco che è proprio
questo sogno, anzi, la lingua in esso usata, a fare da filo
conduttore in questo libro certamente non “corposo” ma
molto molto interessante.
Innanzitutto
Antonio ci presenta il poeta che, di volta in volta, ha scelto, ci dà
le notizie fondamentali che riguardano la sua vita e la sua
produzione letteraria, infine, dà loro la parola, che ci
arriva attraverso gli scritti. E a noi rimane il piacere di ascoltare
quelle parole e ciò che hanno da raccontarci.
E allora
ecco che ci troviamo subito davanti agli occhi Lucio Faleno Magno,
nato e morto sotto l’imperatore Augusto (63 a.C. – 14
d.C.). A lui spetta dunque il compito di fare da apripista.
Il
secondo autore è una donna: Estella Ruiz Blanco (1510 –
1554). Spagnola, è considerata uno dei poeti più
importanti del cosiddetto “Siglo de Oro”.
Incontriamo
poi Jules Tassard (1662 – 1723). Francese, dovette per diverso
tempo vivere nascosto e sotto falso nome. Trovò rifugio anche
nel magnifico monastero di Mont Saint- Michel, in
Normandia.
Procedendo nella lettura, sempre più
interessante, troviamo Aldo Domenico Coviello, napoletano, vissuto a
scavalco tra il 1700 e il 1800. Del suo sogno rimangono solo due
parole, le ultime pronunciate da un cavaliere che gli ha parlato in
una lingua incomprensibile e misteriosa.
Ed ecco un’altra
donna: Olga Taraskova (1801 – 1877). Russa, negli anni Trenta e
Quaranta, divenne per gli intellettuali russi un vero e proprio punto
di riferimento. Nell’ultima parte della sua vita fu però,
forse volutamente, dimenticata.
Michael Bronson (1822 –
1867). Americano, fece anche lui un sogno, come tutti i poeti di cui
si parla in questa bella raccolta. Lo racconta lui stesso in un suo
testo poetico.
Anche Silvestra Bonetti (1900 – 1939) fece
un sogno molto strano. Dovette turbarla molto, perché da quel
momento non riuscì più a scrivere. Morì
piuttosto giovane.
Un’altra italiana: Irma Indovina (1910
– 1948). Un’esistenza solitaria, la sua, che si concluse
molto presto per una sua scelta.
Carlo Gasperino (1913 –
2000) amò la musica e la scultura, ma moltissimo la poesia,
passione che tuttavia volle mantenere segreta.
Anche Marianna
Concordia (1936 – 1996) studierà musica, ma la sua vera
strada sarà la poesia. Il suo sogno è ambientato in una
biblioteca, dove uno studente le si avvicina esprimendosi anche lui
in una lingua indecifrabile.
Kevin Stafford (1941 – 1989),
era invece irlandese. Grazie a un’amica si avvicinò alla
poesia, e a lei si dedicò con passione. Fu la stessa amica a
raccontare, in un’intervista, il suo sogno.
L’ultimo
poeta di cui Antonio Fiori ci parla è Gherardo Finzio (1980 –
2016). Il più vicino a noi, morto purtroppo molto giovane.
Scriveva sui blog letterari e su Facebook. Ed è proprio
attraverso i social che racconterà il suo sogno.
L’interlocutore, come sempre, si esprimerà in una lingua
sconosciuta.
I
testi poetici scelti con cura da Antonio sono molto belli, così
come sono gradevoli e interessanti le brevi biografie dei singoli
poeti, che precedono le loro poesie.
Una raccolta che mi è
piaciuta molto, ben strutturata, coinvolgente e snella. La si legge
con piacere e anche con curiosità, tenuta insieme, come si
diceva prima, da quel filo conduttore che è il sogno, o
l’incubo, come giustamente dice il curatore.
Un sogno
sempre diverso, ma con alcune caratteristiche comuni. Non sono
solitamente dei bei sogni, comprendono in sè sempre qualcosa
di inquietante e di misterioso. E lasciano talvolta il segno. E poi
la lingua, questa lingua sconosciuta che non permette mai un dialogo
tra il poeta e colui, o colei, che nel sogno gli parla.
La
raccolta si chiude con una postfazione molto interessante.
Come
sempre avviene quando ci si accinge a fare qualcosa nella quale si
crede, io penso che questa ultima fatica letteraria di Antonio Fiori
abbia richiesto un impegno notevole, ma in compenso il risultato
ottenuto a me pare assolutamente lodevole. Un libro da leggere e da
tenere, in seguito, a portata di mano.
Per
concludere questa Nota di lettura chiederò un piccolo aiuto ad
Alda Merini che disse: “Non
cercate di prendere i poeti perchè vi scapperanno tra le
dita.”
Non
posso dire di più, chi leggerà I
poeti del sogno – Piccola Antologia, di Antonio Fiori, capirà
il perché, ma lo capirà a lettura ultimata.
Voglio
ancora dire che questa bella raccolta mi ha spiazzato e sorpreso. E
probabilmente si tratterà di una piacevole sorpresa anche per
gli altri lettori di Antonio, che mi auguro siano molto numerosi.
Piera
Maria Chessa
https://pieramariachessa.wordpress.com/
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