La
chimera di Vasari – Mauro Caneschi –
Arkadia – Pagg. 192 – ISBN 9788868512743
– Euro 15,00
“…mescolare
storia e finzione producendo meravigliosi sguardi oltre la porta del
vero”
Un
luogo e tre momenti storici molto lontani l’uno dall’altro,
i cui eventi si intrecciano e generano una storia fantastica. Arezzo
è la grande protagonista.
C’è
l’Aritim etrusca del 390 a. C, non ancora conquistata da Roma e
all’apice del suo splendore economico-culturale-artistico,
l’Arezzo della seconda parte del Cinquecento sotto il dominio
dei Medici, ma arricchita dall’arte di Giorgio Vasari e
l’Arezzo contemporanea, in cui si sviluppano le vicende
poliziesche che mirano a svelare un fantasioso “rovello”,
lasciatoci in eredità da Vasari stesso.
La
prima parte del libro, accattivante, proprio per il passaggio, grazie
ai capitoletti ben congegnati, continuo e veloce da un’ epoca
storica all’altra, da un’atmosfera storica all’altra,
ci introduce all’azione vera e propria, un po’
all’Indiana Jones, che vede due fratelli Marco e Dario
insieme a Sonia, la fidanzata di quest’ultimo, partire da una
villa sul Garda per recarsi in Toscana alla ricerca del padre
scomparso di Sonia, un prof. di filologia impegnato in una ricerca
sull’attività di G. Vasari.
Le
vicende narrate in un giallo non si possono raccontare pena togliere
il gusto al lettore di scoprirle, perciò dirò solo che
l’autore si porta dietro dal romanzo precedente, “Un’app
di nome Lucia”, Lucia stessa e la fa interagire con gli altri
personaggi, rendendola ancora più “umana” di
quanto lo fosse già nel libro precedente. Lucia è una
A.I., creatura fantastica che ravviva le pagine del libro con la
bellezza del suo avatar e il suo continuo mutare abiti e luoghi a
seconda di quello che deve dire o fare.
Concludendo,
il libro si presenta come un piacevole romanzo di evasione dal
linguaggio semplice, curato e sintetico, ben congegnato nel creare
l’intrigo e nel risolverlo, ma contiene anche qualcosa in più:
il desiderio di Caneschi di diffondere la lunga e grande storia della
propria città, che porta senz’altro il marchio della
chimera etrusca, ma che possiede anche tanti altri tesori artistici
degni di essere descritti e pubblicizzati. E l’autore lo fa con
amorevolezza descrivendoci la Pieve, la Badia, la casa di Vasari, le
piazze, le strade e i vicoli della città della Chimera.
Franca
Canapini
https://lieve2011.wordpress.com/
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